Renzo Butazzi: Luoghi e nature morte

di Trasciatti il 18 febbraio 2012 · 16 commenti

Milano 1950

Puzzo d’uova al burro
e piastrelle da cesso
ogni sera all’ingresso
nella cremeria di Brera

 

 

Solitudine

Briciole e macchie di vino
sulla tovaglia di carta.
Uno schizzo di sugo
sul giornale appoggiato
al quartino di vetro.
Nel piatto rimasto,
uno stuzzicadenti troncato
una crosta di “zola”,
una buccia di pera.
Così ogni sera.

(9.1.07)
Vuoto

Con pena
la penna a sfera
traccia sul foglio
un pensiero svogliato
sbaffato da un pelo.
 

Le penne riflesse

Immote, dal portapenne,
le penne riflesse
guardano mute se stesse
sul piano lucente
d’un tavolo vuoto

Dal terrapieno di Lambrate

Sfila un incerto asilo
d’umanità nascosta
dietro muri bui
di villini cadenti,
e luci velate di condomini.
Nell’ombra
le mensole sciatte
dei balconi sul retro.
pendono su cortili spenti.
Prende vita la nebbia
negli aloni immoti dei lampioni
e nei riflessi d’un asfalto fradicio
che nessuno calpesta.

Centro direzionale

Tra l’una e le due,
un poco accaldati,
con le giacche tirate
sui ventri farciti
le cravatte allentate,
il rossetto smangiato,
e la fronte un po’ lustra,
impiegati e impiegate
escono dai bar con tavola calda
per tornare in azienda,
odorosi di fritto
e di formaggio cotto.

Piazza d’inverno

Dietro il vetro gelido
guardo la piazza, illusa
da un sole opaco.
Sulla terra appassita
del prato
giocano con qualche grido
fanciulli smunti.
Cani da poco
vagano tra gli sterpi
e con breve, ripetuto impegno
s’accostano all’un tronco e all’altro.
Sulle panchine stinte
tacciono vecchi consunti,
appena animati dai loro pensieri.

Volti

Incrocio nella folla
volti che non guardo.
Volti afoni, amorfi, insulsi,
belli e brutti:
volti normali
che non metto a fuoco
e che il pensiero, senza colpa, ignora.
Poi, talvolta,
incontro un volto contorto,
dallo sguardo smarrito
mentre la bocca blatera
un soliloquio senza fine.
Racconta di un sé nemico,
di un male che affiora dal profondo,
di una vita ostile.
Quello lo guardo e penso
e mi sento in colpa
senza averla.

10.2.07

(Nella foto: cucina di dipendente postale scapolo part time)

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il sé nemico febbraio 20, 2012 alle 09:01

ci voleva proprio la foto per capire

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Trasciatti febbraio 20, 2012 alle 11:33

puoi sempre chiudere gli occhi

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l'unto della padella febbraio 20, 2012 alle 13:28

con due uova all’occhio di bue?

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Carla Bruni febbraio 20, 2012 alle 22:11

pardon, pardon

Replica

Renzo Butazzi febbraio 21, 2012 alle 20:03

Non capisco a cosa si riferiscono i commenti. Sono commenti alle poesie o commenti agli altri commenti? E a cosa si riferisce il commento pardon, pardon della Signora Sarkozy? Forse i commenti andrebbero commentati.
Comunque meglio commenti oscuri che nessun commento.
Errebi

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Carla Bruni in Sarkozy febbraio 21, 2012 alle 21:16

Mi scusi, signor Butazzi, avevo sbagliato stanza

Replica

Carla Bruni in Sarkozy febbraio 21, 2012 alle 21:16

Mi scusi, signor Butazzi, avevo sbagliato stanza

Replica

De Trasciatti febbraio 21, 2012 alle 23:10

Dovrò mettere delle paratie, degli steccati, delle reti da pollame tra una stanza e l’altra, qui è tutto un rifrullar di piume e trucioli di falegname, un diguazzìo come non c’era da tempo, cosa si è scatenato? Il ninferno?

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Renzo Butazzi febbraio 23, 2012 alle 19:54

Chi per la Patria muor vissuto è assai, la foglia dell’allor non langue mai.
La peste infuria il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca.
Sorge il sole canta il gallo, Mussolini monta a cavallo.
Maramao perché sei morto? Pane e vin non ti mancava, l’insalata avei nell’orto, Maramao perché sei morto?
Non sono commenti e non c’entrano un tubo però mi sono divertito a scriverli. Sì, mi basta poco.
Sursum Spaghi.

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Terenzio febbraio 24, 2012 alle 00:14

Venezia mi ricorda istintivamente Istambul
stessi palazzi in riva al mare
stessi tramonti che si perdono nel nulla.
D’Annunzio montò a cavallo con fanatismo futurista:
quanta passione per gli aeroplani
e per le bande legionarie…
che scherzi gioca all’uomo la natura.
Mi dia un pacchetto di camel senza filtro e una minerva
mentre una cronaca alla radio dice che una punta attacca
verticalizzando l’aerea di rigore.
Ragazzi non giocate troppo spesso accanto agli ospedali…

Non è un commento e la mia memoria non è perfetta, però mi son divertito a ricordare.

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C.B. febbraio 24, 2012 alle 07:32

il calcio, la radio, le canzoni di una volta, il fumo vietato, qualche sospiro sul ventennio anche letterario, sembra il programma di Fazio o un risvolto di copertina di Volo

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trinciato forte febbraio 24, 2012 alle 11:14

Strano come il rombo degli aerei da caccia un tempo stonasse con il ritmo delle piante al sole sui balconi e poi silenzio e poi lontano il tuono …

trattasi di battiato francesco, ex chitarrista di ombretta colli

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Renzo Butazzi febbraio 24, 2012 alle 19:21

Era così depresso che quando andava al mare si divertiva solo a fare il morto. Quando morì davvero pensò di essere al mare e si abbronzò.
Non è un commento ma un gracidio di rabbia. Gracidio o GraciDio? E che ne so io? E tu? E voi, e loro e quegli altri? Boh….
Amen

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C.B. febbraio 24, 2012 alle 22:31

proprio bellini, addirittura pop

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Trasciatti febbraio 24, 2012 alle 23:42

pop? sì, pop

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renzo butazzi febbraio 25, 2012 alle 16:37

Era molto depresso: invece di fare le frittelle di riso le faceva di pianto. Qualche maligno diceva che era soltanto avaro: il pianto era più facile da trovare e costava meno.

Non tutte le ciambelle riescono col buco, ma neppure un buco riesce con la ciambella.
Passo e chiudo. Ho scritto anche troppe bischerate.

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