Contro il pizzetto: un’invettiva di Randaccio

di Trasciatti il 3 aprile 2011 · 0 commenti

Se vogliamo continuare a raccontarci delle balle, allora andiamo avanti pure, per me non c’è problema. Se invece vogliamo provare a dire almeno per una volta la verità, allora facciamolo, così la smettiamo con gli equivoci.
Tu sei brutto, e nessuno può fartene una colpa. Non decidi tu con che faccia vieni al mondo. Il problema è che oltre a essere brutto hai proprio un viso insignificante, con un’espressione da pesce lesso, un’aria da vittima sacrificale, che un po’ a guardarti fai venire tenerezza, un po’ verrebbe voglia di scuoterti, di sbatterti con violenza contro un muro, per provare a farti reagire, a far entrare una boccata d’aria nel chiuso della tua testolina bacata.
Ma tu ti senti furbo e una mattina ti svegli, ti guardi allo specchio e ti viene un’idea di quelle fulminanti, di quelle che ti cambiano la vita, e ti fanno diventare tutt’a un tratto bello, forte, sicuro di te, quasi importante. Perché non farmi crescere il pizzetto, ti dici? Già, perché? ti chiedi, e non saranno passati nemmeno trenta secondi da quando te lo sei chiesto che già sei all’opera con forbici e rasoio. Sembra una cosa da niente, e guarda che effetto che ha, sembri un altro. Ti sembri più bello, più interessante, più sicuro di te, tanto che ti metti anche a fare il finto pugile che tira i pugni contro lo specchio, mandando ko la tua immagine di sfigato cronico. Allora esci di casa e ti senti proprio un bell’ometto e anche i primi amici che ti vedono confermano la tua prima impressione, dicendoti che così stai proprio bene, sembri completamente diverso con quel bel triangolino di barba che ti riveste il mento. Chissà cosa diranno le ragazze quando ti vedranno, magari anche la tua vita sessuale trarrà giovamento da questa idea geniale che ti è venuta stamattina.
Ma secondo te, se solo ti facessi un esame di coscienza nella tua cameretta, con la luce spenta e lo stereo azzittito, è cambiato veramente qualcosa? È bastato farti crescere quattro peli sul mento per farti diventare all’improvviso quello che non sei stato in una vita intera? Pensi che sia sufficiente un fazzoletto di barba squadrata a farti diventare bello e affascinante? Oppure pensi che bastino quei basettoni che sembrano scolpiti con il goniometro e che si riuniscono scenograficamente sotto il mento, come la decorazione di una balaustra del Settecento? La verità, in realtà, e purtroppo per te, tu la conosci benissimo ed è ben più dolorosa. Eri un poverino prima e lo sei ancora adesso, anche se in un impeto di ottimismo hai cercato di pensare il contrario. Puoi fare la faccia da duro, sorridere allo specchio, strizzare l’occhiolino, ma nel profondo del tuo cuore sai che non basta quell’insulso pizzetto a fare di te un figaccione. Anzi, quella macchietta nera che ti circonda il mento è la tua più grande sconfitta, il simbolo del tuo totale fallimento, e ogni giorno che passa e ti guardi allo specchio dovresti sentirti più depresso e inadeguato.
Dai retta a me, taglia quell’insulso pizzetto: rimarrai un poverino, ma alzerai il livello della tua autostima. Non è molto, lo so, ma forse è meglio fare la pace con se stessi, che ridursi ogni mattina a speluccarsi davanti allo specchio, confondendo la bellezza con la trigonometria.

(Il disegno è di Evelina Buttinelli)

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