Il Cirolla Vincitore

Ven, 05/30/2008 - 14:33

Il Cirolla Vincitore

 
 
Il nostro Andrea (Nautilio) Cirolla ha partecipato con successo alla V edizione del premio di poesia Il Lago Verde. Il premio, che si è tenuto nel paese di Casazza (Bg), prevede una sezione di "Poeti locali" (ma perché mettere su di questi recinti?). Ad ogni modo, è questa la sezione in cui si è affermato il nostro Nautilio, con una bella poesia che non ha niente di locale, se non che è ambientata in un interno (cioè in un locale) e comunque c'è una finestra da cui si guarda fuori, si vede la luna, le nuvole, si immaginano degli spazi siderei, per cui Cirolla è semmai un poeta sidereo. C'è anche un gatto nella poesia, ma forse non è il caso di dire che Nautilio è un poeta felino. Però, a pensarci bene, quando organizzerò un premio, farò una sezione per i poeti che parlan di gatti. Non si offendano gli amici del Lago Verde, qui si scherza, si scherza sempre. Ecco qua il libro in pdf con tutti gli autori premiati e delle belle immagini: Il Lago Verde V edizione. E qui sotto, comunque, la poesia di Andrea Cirolla con la motivazione del premio:
Rilke suggeriva ai giovani poeti d'introdurre nella poesia le cose, gli oggetti, il quotidiano. Cirolla segue quest'indicazione: un gatto, colto in un momento serale, è protagonista in questa poesia dai toni quasi surreali: "quando la sera il tuo gatto piange" e "si umetta gli occhi". Convincono l'originalità tematica e la tenuta di questo testo che può essere anche metafora dell'esistere, di quel qualcosa di noi che cattura solo i contorni "lui sta a guardare / il telaio, gli infissi" ; la "commozione" del gatto viene letta come
reazione all'impossibilità di cogliere il "pieno" della vita. Magari cercando sollievo "in un po' di solletico", sollievo solo illusorio perché "... il gatto non sorride per davvero".

***
Servirebbe un po' di solletico
quando la sera il tuo gatto piange.
Quel vecchio ciccione
rosso e svogliato
vecchio decrepito
imbruttito.
Perde tutte le sere alla finestra
si umetta gli occhi
(l'ho detto che piange):
non guarda alla luna laggiù
o il suo baluginare
dietro le nuvole di notte
quando manca il vento.

Quegli stracci stazionano
dietro un passaggio a livello
stellare. E insomma
lui sta a guardare
il telaio, gli infissi.

E se allora si commuove
si dà proprio il caso
che servirebbe un po' di solletico,
magari lì
proprio sulla pancia,
ma giusto per vedere
che il gatto non sorride per davvero.

 

  1. scaravento (non verificato) on Sab, 05/31/2008 - 21:50

    ooooooooooooooohooooooooooooooohooooooooooooooh

    è bellabellabellabellabella

    e poi
    baluginare (è tra le parole più tonde che esistono per me )

    complimenti.
    ciao

  2. nedovannini on Dom, 06/01/2008 - 06:20

    "e insomma" mi ricorda molto il modo di parlare di un mio amato paziente. lei cirolla deve stare molto attento a non imitare la voce degli altri, dal momento che la sua ce l'ha, e molto chiara.
    se lo ricorda il brufolo sul cuore? quella era indiscutibilmente la SUA voce, e in questa poesia c'è ancora, anche se un po' inficiata da una cosetta apparentemente piccola come "e insomma".
    non è piccola, perché dà un taglio psicologico assolutamente non cirolliano (ma ****iano) a tutto il testo.

    n.v.

  3. nautilus on Dom, 06/01/2008 - 08:31

    Caro Vannini,
    ma Lei sa meglio di me che questi "amatismi" (mi conceda l'espressione) sono una sorta di malattia, quasi un disturbo della personalità.
    Come dicevo al dottore:
    ne va del suo onore,
    aggiusti il mio cuore, aggiusti
    il mio cuore.

    Suo Nutellius

  4. trasciatti on Dom, 06/01/2008 - 08:54

    Eh sì, non per vantarmi, ma quell'"E insomma" l'avevo notato anch'io. E se vogliamo parlare di amatismi ci metterei anche quel "passaggio a livello stellare". Ma basta, facciamola finita, vogliamo sparare sul buon Nautilio per i suoi amatismi? Dovrebbe essere contento Amato di vedere che, in un certo senso, fa scuola, si sta imponendo come modello agli animi e alle  penne più sensibili.Secondo me è un buon segno. Segno che le orecchie paraboliche del mondo lo ascoltano, anche se lui non se ne rende conto e continua a lamentarsi di essere ignorato e di essere in mano a un editore tremendo (be', in effetti...)

    dir trasha