Disegnatto notturno n.2

Ven, 08/08/2008 - 22:57

Disegnatto notturno n.2

Disegno notturno n.2, sempre colmandosi i timpani con Radio Zeta propagatrice di liscio transgenico inestirpabile.

  1. maurizio (non verificato) on Sab, 08/09/2008 - 08:55

    Ormai è sicuro: il liscio transgenico nuoce gravemente alla salute mentale dei Trasciatti. Specie di notte.
    M

  2. trasciatti on Sab, 08/09/2008 - 09:26

    Sì non c'è dubbio. Il liscio transgenico è molto tossico. Mi accorgo adesso, riguardando il disegno, che questo omino angelico con in capelli lisciati indietro potrebbe essere un ritratto a memoria di Secondo Casadei (per quanto Secondo avesse i baffetti), inventore del liscio  moderno e zio del più noto Raoul.

     

    direttor Trascinsky

  3. nedovannini on Sab, 08/09/2008 - 14:01

    molto simile a un angelo di klee.

    n.v.

  4. trasciatti on Sab, 08/09/2008 - 18:59

    grazie Vannini. a me sembra sempre di disegnare le stesse cose e di non avere mai imparato niente di nuovo un anno dopo l'altro. ma può darsi che mi sbagli.

    dir dir

  5. nedovannini on Sab, 08/09/2008 - 20:37

    nemmeno klee imparava niente di nuovo.

    nedo

  6. nedovannini on Sab, 08/09/2008 - 20:40

    è un autoritratto. non dire di no. è una questione di ipertrofia egoica. la tipica tracimazione dell'io: libratti... disegnatti...

  7. trasciatti on Sab, 08/09/2008 - 22:15

    la tracimazione egoica può anche darsi che ci sia. ma se al posto di "disegnatti" avevo scritto semplicemente "disegni" lei magari non se ne accorgeva. come argomentazione basarsi sul titolo della serie mi sembra un po' deboluccia. se non scrivevo libratti lei non avrebbe mai detto che si trattava di un autoritratto, infatti ha detto che era un angelo di klee...

     

    direttor egoico 

     

  8. nedovannini on Dom, 08/10/2008 - 08:49

    la tracimazione egoica si vede proprio nella sovrapposizione probabilmente inconscia dell'angelo kleeiano alla bruttissima effigie trasciattiana. se lei ha un po' di dimestichezza con klee deve ammettere che il naso, ad esempio, è graficamente plagiato da un angelo musicante di klee, e, le dirò di più, il disegno trasciatto (cioè il suo - di lei trasciatti - autoritratto) è quasi identico (nei tratti somatici) a un celeberrimo autoritratto di klee.
    lei è un tracimatore, c'è poco da fare. vuole trasciattizzare il creato e l'increato. si fermi direttore, innalzi una diga a difesa se non altro del suo psichiatra che potrebbe scomparire ne suo (di lei trasciatti) TROPPO.

    nedo vannini psichiatra emergente

  9. trasciatti on Dom, 08/10/2008 - 09:07

    Sì, Vannini, lo ammetto: sono un tracimatore, Il Tracimatore. Trasciattizzo il creato e l'increato, trasformo in trasciatto tutto ciò che tocco, come Mida. Anche lei, Vannini, presto sarà indistinguibile, confuso e soffuso nei miei lineamenti, nelle mie pance e nelle mie milze. Lei, Vannini, scomparirà come una sogliola sotto uno schiacciasassi di piombo fuso che cade dalla cascata delle Marmore.

    P.S. detto fra noi, di questi angeli di Klee, nella mia suprema ignoranza, non so niente

    direttor Midatti

  10. nedovannini on Mer, 08/13/2008 - 20:04

    tutto troppo triste qui, ma anche negli altri posti. le novità sono da strapparsi i capelli come le prefiche.
    trasciatti, chiuda questo purgatorio.
    poi le mie foto... ma come posso sopportarle?

    nedo vannini psichiatra geriatrico e postgeriatrico

  11. trasciatti on Mer, 08/13/2008 - 20:11

    Vannini, il suo umore è veramente schifoso. Si lavi.

    il direttore

  12. trasciatti on Mer, 08/13/2008 - 20:22

    E le dico anch questo: alla pre-vigilia di ferragosto tutto il web sembra triste, tutto il mondo; eppure io ho rovesciato il calzino e mi godo l'asfalto rovente e il web spennato come un pollo prima di essere fatto allo spiedo. Ferragosto, come dice il nome e al contrario di quel che si crede, è veramente un tempo di braci, di spigole, di orate ala griglia, di polipi e gamberoni arrostiti. Ci pensi, Vannini, e dica alla moglie di Amato (o Amianto?) di invitarmi a cena.

    Il direttore 

     

  13. nedovannini on Gio, 08/14/2008 - 11:57

    Ampianto, direttore.

    nedo vannini psichiatra preafico

  14. trasciatti on Gio, 08/14/2008 - 23:58

    Questa storia delle prefiche non mi convince. Non so neanche cosa sono le prefiche. Potrei anche fare delle battute scontate, tipo pre-fiche, ma non le faccio perché son di buon gusto.

    atti sciatti

  15. nedovannini on Lun, 08/18/2008 - 06:14

    "Fils de paysan je veux vivre et mourir
    pour prouver que dans ma catégorie
    il y a aussi des hommes de génie
    et d'énergie. Vingt-neuf ans je suis resté
    facteur rural. Le travail fait ma gloire
    et l'honneur mon seul bonheur;
    à présent voici mon étrange histoire.
    Où le songe est devenu,
    quarante ans après, une réalité."

    Ferdinand Cheval

  16. trasciatti on Lun, 08/18/2008 - 20:34

    Figlio di contadini, voglio vivere e morire

    per dimostrare che anche nella mia categoria

    ci sono uomini d'ingegno

    e d'energia. Per ventinove anni son rimasto

    postino di campagna. Il lavoro è la mia gloria

    e l'onore la mia sola gioia;

    ora ecco la mia strana storia.

    Dove il sogno è diventato,

    quarant'anni dopo, una realtà.

     

    Postino Cavallo

  17. nedovannini on Lun, 08/18/2008 - 20:47

    io però avrei messo "postino rurale"

    nedo vannini psichiatra di campagna

  18. trasciatti on Lun, 08/18/2008 - 20:52

    sì, postino rurale...però così è fin troppo letterale, in italiano non si direbbe mai postino rurale. "sono un postino rurale", ma chi lo direbbe?

    Aldobrando Trascialti

  19. nedovannini on Lun, 08/18/2008 - 21:00

    postino rurale è bellissimo!

    nedo vannini psichiatra rurale

  20. trasciatti on Mar, 08/19/2008 - 07:28

    continuo a preferire postino di campagna. anche perché si imparenta con il curato di campagna, è della stessa risma. non ho mai sentito parlare, invece, di curati rurali. mi creda, anche lei è uno psichiatra di campagna, non uno psichiatra rurale. guardi piuttosto se riesce a trovarmi degli altri pezzettini da tradurre, ma lo faccia in segreto perché questa è roba nostra.

    trasciatti, direttore di campagna 

  21. nedovannini on Mar, 08/19/2008 - 11:56

    mio caro, è strano che lei non avverta la profonda sostanza della ruralità. il landini è una creatura rurale, non è di campagna. io stesso sono uno psichiatra rurale, sono permeato dalla ruralità, che NON è una circostanza ma, appunto, una sostanza.
    si fidi, caro, si fidi...

  22. trasciatti on Mar, 08/19/2008 - 14:17

    Senta Landini, cioè Vannini, cioè insomma chi è lei? Ma lasciamo perdere. Se sostituisco  "postino di campagna" con "postino rurale", lei me li trova degli altri brandelli da tradurre del Postino Cavallo? Addiveniamo a questo compromesso, mi sembra equo (per non dire equino).

    direttor Compromatti 

  23. nedovannini on Mar, 08/19/2008 - 19:12

    va bene

  24. trasciatti on Mar, 08/19/2008 - 20:18

    Attendo brandelli di Cavallo, quando arrivano?

    Compromatti

  25. nedovannini on Mer, 08/20/2008 - 07:42

    di cavallo arriveranno...
    non scalpiti direttore...

  26. trasciatti on Mer, 08/20/2008 - 11:10

    Landini! Ma non sa che il tempo è denaro? Sa quanto mi costa tenere aperta questa baracca in attesa delle sue braciole? Non glielo dico perché son fatti miei, ma le assicuro che è una bella cifra per delle braciole.

    dir compromat 

  27. nedovannini on Gio, 08/21/2008 - 12:54

    Caro Dottor Pistelli,
    lei fa benissimo a leggere il Tasso. Il Tasso senz'altro aiuta nella stesura di un romanzo come il suo. Che poi non è un vero romanzo. Anzi, che non è affatto un romanzo... Che non è nulla, starei per dire. Ma in questo senso non vorrei scoraggiarla, frenare quel sano entusiasmo che la fa sbatacchiare sui tasti notte e giorno. Fa benissimo a progettare sbatacchiando. Bisogna riempire la casa di suoni, l'ho sempre detto a mia moglie (che invece ama il silenzio e bisbiglia).
    Caro Dottore, lei sa meglio di me che cosa la spinge a leggere il Tasso. Io non lo leggerei mai per una specie di diffidenza che mi serpeggia dentro e che mi limita nelle scelte. Poi le rime mi agitano, non le so dire quanto, mi prendono alla sprovvista in realtà come atti premeditati che però mi sarebbe piaciuto evitare. Mi scandalizzano ecco.
    Vede Dottore, il mondo non dovrebbe procedere per rime ma per splendide dissonanze. Ecco, ad esempio, ora, mi verrebbe da prendere il mio figlio più piccolo e sgozzarlo come doveva fare Abramo che non ha saputo andare fino in fondo e ha sciupato una profezia. E mi perdoni uno stupido gioco di parole: Isacco era un figlio nel sacco e in ogni caso non si sarebbe accorto di niente in quell'oscurità che sapeva di iuta.

    Roberto Vannini

  28. trasciatti on Mer, 08/27/2008 - 13:17

    Caro dotto Vannini,

    non capisco molto di questi suoi vaneggiamenti (o vagheggiamenti? non si starà mica corteggiando?). Non capisco soprattutto questa cosa che la poesia lo agita, addirittura lo scandalizza. Io non posso fare altro che spiattellarle qui questi quattro versi del buon Tasso:

    Io canto l'arme e 'l cavalier sovrano,
    che tolse il giogo a la cittá di Cristo.
    Molto co 'l senno e con l'invitta mano
    egli adoprò nel glorïoso acquisto;
    e di morti ingombrò le valli e 'l piano,
    e correr fece il mar di sangue misto.
    Molto nel duro assedio ancor sofferse,
    per cui prima la terra e 'l ciel s'aperse.

    Cioè, sia chiaro: a me Goffredo di Buglione (il pio Buglion, come delle volte lo chiama il Tasso) non è che mi stia tanto simpatico. Però quando leggi due versi così: "e di morti ingombrò le valli e 'l piano/e correr fece il mar di sangue misto", ti viene da pensare che far la guerra sia proprio una bella cosa. E' vero il contrario, ovviamente, però mentre leggi pensi che sia proprio bello ammazzarsi in guerra. Non è cosa da poco questa potenza infilata nelle parole che ti fanno credere il contrario di quello che è. Non mi faccia un commento da pacifista, dottor Vannini, altrimenti vuol dire che non ha capito niente di quello che dico.

    Il dottor Pistelli

     

     

  29. nedovannini on Mer, 08/27/2008 - 20:47

    Caro Dottore,
    prima di tutto lei deve aiutare se stesso cercando di dimagrire. Io lo capisco sa quel buco orrendo che le si forma nella pancia soprattutto di notte. Ma... deve pensare che è un buco apparente, come quello che resta dall'implosione di una stella. Ecco, si armi di telescopio e cerchi l'equivalente della sua pancia un po' traslato, un po' spostato verso l'esterno e l'eterno.
    Anch'io, glielo confesso languorosamente, ho sempre fame. Mangerei tutto, anche i mobili, anche i muri. Ma mi trattengo per una questione – non saprei come dire – di speranza. Io spero in un digiuno universale universalmente comprensibile. Sì, quando dico alla mia perpetua che voglio una ciotolina di riso scondito vorrei che lei si illuminasse di comprensione. Invece mi compatisce e bisbiglia. Bisbiglia che la umilio perché a lei piacerebbe cucinare piatti complicatissimi, e mi creda, Dottore, anche efferati.

    Dicevo che fa bene a leggere il Tasso. Eccellentissimo Poeta Culinario. Sa... a me vengono in mente certe ricette... Le pappardelle col tasso in salsa di lamponi. Se le figura?
    Ecco: “si prende un tasso giovane, si disossa dopo averlo svuotato dalle interiora (il fegato e il cuore si conservano a parte). Si taglia la carne tassina in piccoli pezzi e si rosola con un trito di cipolla e basilico. Si mettono i tocchetti rosolati in una terrina con 20/30 pachini molto maturi, una manciata di olive nere e due o tre carote tagliate a fettine non troppo sottili. Si aggiunge una mezza tazza d'acqua (di brodo di lepre) e si comincia a cuocere a fuoco lento. Ogni tanto si bagna (non a bicchierate!) del moscato molto dolce. Quando siamo all'incirca a mezza cottura si aggiungono il cuore e il fegato lessati a parte e finemente tritati. Da ultimo, prima di togliere dal fuoco, si mettono i lamponi passati con un colino.
    Con questo sugo (e naturalmente con i pezzetti di tasso) si condiscono le pappardelle.
    Ecco, ora che le ho confidato questa ricetta, mi verrebbe da buttarmi dalla finestra. Ma preferisco morire di fame.

    Roberto Vannini rappresentante di reliquie

  30. trasciatti on Gio, 08/28/2008 - 20:40

    devo confessarle che la ricetta a base di tasso (per quanto rimandi inevitabilmente ai funambolismi di Achille Campanile: si ricorda il tasso del Tasso che dorme sotto un tasso barbasso etc. etc.?) è molto ghiotta e invitante. Dirò alla mia segretaria di procurarmi, se non uno chef, almeno gli ingredienti per provare a realizzarla. Tuttavia, mi rincresce farle notare che il digiuno universale è un'invenzione mia (se così si può dire di sì picciola cosa). Infatti, in una mia raccolta giovanile, intitolata "Leostorie" e apparsa sulla rivista Nuova Prosa nel lontano 1991, è presente un racconto intitolato proprio "Il digiuno universale". Gliene riporto qualche estratto, così a titolo esemplificativo. E' un raccontello ancora ingenuotto ma non troppo sgraziato. Vi si legge:

    "Era quello il tempo in cui i Titani tentarono la scalata all'Olimpo. I giornali dettero grande risalto all'avvenimento. Titoli cubitali. Ampi servizi fotografici. Interviste coi protagonisti. C'era attesa, trepidazione. Finalmente qualcuno aveva preso l'iniziativa di ribellarsi all'onnipotenza degli Dei...

    Il successo pareva a portata di mano, quando sugli eserciti alleati si abbatterono in picchiata squadriglie di geni, lari e penati, santi patroni e angeli di vario tipo...La disfatta delle armate umano-titaniche fu completa.

    Fu l'inizio di un periodo di gravi sofferenze. I Titani furono processati sommariamente e giustiziati mentre sulla terra gli Dei rovesciarono il Digiuno Universale. Inizialmente cominciarono a scomparire i generi alimentari meno essenziali come la Nutella o la marmellata Santa Rosa. Ma la situazione precipitò rapidamente. Si aprivano i frigoriferi e non c'erano più le sogliole Findus. Negli alimentari i prosciutti scomparivano uno dopo l'altro mentre i sacchetti delle casalinghe si svuotavano durante il tragitto dal supermercato a casa. L'unica cosa di cui Leo fu felice fu la scomparsa degli hamburger e del ketchup che costrinse alla chiusura più di un fast food. Ma la situazione generale era proprio tragica. Allora l'umanità, pentita e contrita, s'inginocchiò con fervore disperato di fronte a immagini sacre d'ogni tipo. Agli angoli delle strade si offrivano in sacrificio i pochi ortaggi rimasti e sugli altari dei templi s'immolavano le ultime sardine in scatola. Non fu facile riconquistarsi il favore degli Dei ma, alla fine, gli sforzi congiunti degli uomini riuscirono a far revocare l'embargo alimentare che gravava sul mondo.

    Gli Dei, in un eccesso di benevolenza umiliatrice, vollero strafare. Come avevano piegato l'umanità sotto il vuoto del Digiuno, così si compiacquero di affogarla nell'Abbondanza. I frigoriferi si riempirono di colpo e così le dispense, gli scaffali dei negozi e ganci delle macellerie. Anche le strade furono invase da valanghe di tonno in scatola, pomodori pelati, patate, salami, parmigiano grattugiato e non, vino, olio, bistecche alla fiorentina... "

    Pistellatti Alemandro

  31. nedovannini on Ven, 08/29/2008 - 13:13

    Il mondo è troppo grande, dottor Pistelli. È sproporzionato. Uno cammina cammina e in realtà non si è mosso nemmeno di un centimetro. Credo dipenda dell'immensità dei centimetri...
    Lei ci si perderà comunque nel suo romanzo, e non speri che le ottave del Tasso le diano il benché minimo orientamento. No, i tempi sono molto cambiati e le mappe del Tasso appartengono a un emisfero tramontato. Le rime, mi creda, sono piccole trappole, lucciole che si potrebbero spegnere con uno sputo. E il mio amico del cuore, il filosofo Antagone di Carso faceva proprio così: saliva sulle mura di Gerusalemme, la sera, e sputava alle lucciole che galleggiavano laggiù, sul vapore dell'erba. Faceva a gara con un barbiere del luogo, Tanino, uno specialista, che tra l'altro aveva il pallino di Wittgenstein e sapeva tutto il Tractatus a memoria. Insomma, una bella guerra tra filosofi.

    roberto vannini rappresentante di reliquie

  32. trasciatti on Ven, 08/29/2008 - 13:52

    Come è meschino, lei, misero rappresentante di reliquie. Basta ricordarle che i giochi con il Tasso li ha  già fatti Achille Campanile, che il digiuno universale non lo ha inventato lei ma io, ed ecco...subito comincia con le ripicche e le malignità, mi predice addirittura che mi perderò nel mio romanzo. Lei è veramente un invidioso. E dire che non lo sospettavo proprio, la ritenevo una brava persona, un po' debole di mente, vacillante, cavillosa, lamentosa e pigolante, poco incline alla responsabilità verso sé e verso gli altri, una prima donna venuta  male ma tutto sommato simpatica e talentosa, anzi, geniale. Ed ecco che sfodera tutta la sua pochezza.

    Pistelli dottor Torquato

  33. nedovannini on Dom, 08/31/2008 - 06:12

    Caro Pistellatti,
    dev'esserci un malinteso tra noi. C'è digiuno e digiuno. E anche l'universalità dei digiuni non è un fattore omologante, come dire che c'è universalità e universalità. Logicamente questi non son discorsi miei ma di Antigone da Carso, che spegneva le lucciole con lo sputo solo perché l'universalità immanente dei digiuni gli faceva venire una salivazione coatta (sbavava come un alano in una macelleria taurina). Il Tasso è ormai un poeta dormiente, e tutt'al più vaneggia nei Manuali Artusiani. Ho altresì meditato sulle pappardelle... Guardi dottor Pistelli, in realtà il Tasso è buono lesso. Non c'è nulla di meglio per favorire il riposino postprandiale di un tasso lesso.

    Roberto Vannini viaggiatore di commercio

  34. nedovannini on Dom, 08/31/2008 - 06:39

    Esimio dottor Torquato,
    perdoni quel reliquiario d'uomo di mio fratello. È sull'orlo della pensione e l'idea di abbandonare il campionario lo rende di umor vedovile. Non che sia un uomo bieco ma... ecco... ha come il cervello di sbieco, sempre sull'orlo di una valigia piena di cose morte e di santini non so se redivivi o recidivi (ma qual è la differenza Torquato?). È un uomo ormai mummificato come una scapola di Fra' Dionigi di Bolo (un neobeato incistato nell'angolo più buio della valigia). È un uomo confuso e pieno di sé (della sua confusione organolettica), un uomo auditivo e olfattivo quanto basta perché si creda divinatorio. Un uomo ormai climaterico, anzi, perso per sempre in un disastro ormonale. Un uomo raccapricciante e sudacchioso. Un uomo recalcitrante e rabbioso... Io non posso ammansirlo perché oltretutto morde la mano che lo accarezza. Mi aiuti dottor Torquato... Si finga un prelatino di campagna, un compratore di santini. Lo inviti ad entrare nella valigia per annusare bene il campionario (lei gli dirà che sa un po' di vecchio) poi ce lo chiuda dentro e spedisca immediatamente la valigia agli artificieri (la faranno brillare verso la Gorgona)...

    Nedo Vannini Psichiatra

  35. nedovannini on Dom, 08/31/2008 - 09:00

    Torquato,
    mio fratello è malato, lo vede bene... La psichiatria rende disabili, turpi, capziosi, livorosi e biliosi. La Trattoristica è anche peggio. I trattori lo ingannano mio fratello: il suo cervello avvampa di kerosene... Insomma... lui ha di questi rossori, di queste caldane (è invecchiato bevendo il profumo del Landini)... Ottenebrato come una cavolaglia, come un petalo di bismuto. Ammutolito nei languori infantili (i modellini della Polistil gli avvelenano i sogni, glieli imbevono di rimpianti). Lo perdoni Torquato, lui non sa essere se stesso, per questo immagina una grande pazientitudine e, più in alto, lo scollinare della psichiatria rurale. Un uomo anche superstizioso. A volte fruga nel campionario e mi ruba i santini – dice lui – per scioglierli in un canto di kerosene.

    Roberto Vannini commesso viaggiatore

  36. trasciatti on Dom, 08/31/2008 - 09:29

    Dio mio, Dio mio! Perché mi hai abbandonatto?!

    Torquatto