Chi è Nedo Vannini

Mar, 01/08/2008 - 22:17

Chi è Nedo Vannini

(Guido Gozzano)
Spulciando su internet ho trovato il blog di un certo Lucio Angelini che ospita, tra l'altro, una fitta corrispondenza con Nedo Vannini, sedicente psichiatra. La riporto qui di seguito. Spero che qualcuno di voi se ne giovi, se non altro per sapere con chi ha a che fare.
MARTEDÌ, MAGGIO 15, 2007
UNO PSICHIATRA ALLA MIA TAVOLA
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Nemmeno due mesi fa Nedo Vannini entrò nei commenti al mio blog quasi in punta di piedi:
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"... ma se io capito qui per caso e non so neanche di che parlate posso intervenire?
Risposi:
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"Ma prego: hai degli aspirapolvere da promozionare? Sei della Folletto?"
Nedo:
"Veramente faccio lo psichiatra, ma mi occupo anche di trattori d'epoca. Ho una baracca (non proprio un garage) dietro l'ambulatorio. Lì faccio esperimenti con un Landini del 1923."
Lucio Angelini:
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"Ti occupi di trattori d'epoca? Divertente. Me ne presti uno per andare su e giù per Venezia?"
Nedo:
"In realtà mi occupo principalmente di psichiatria. Voglio dire che ho un ambulatorio ben avviato con quei 4 o 5 pazienti che mi danno da vivere (come si sa le cure sono all'incirca eterne). Dietro l'ambulatorio ho una baracca (tra l'altro con un tetto di eternit) che mi serve come sala d'attesa e come laboratorio per gli esperimenti trattoristici. Una parte di questa baracca (che è 300 mq) è adibita a museo. Più che altro colleziono Landini, ma anche Same, Fiat, Hurliman, Agrifull, Massey Ferguson. Diciamo che in sé il trattore non mi interessa nemmeno tanto. È il motore diesel applicato al lavoro di sterramento che mi affascina. Si tratta per così dire di uno scavo psichiatrico motorizzato. Credo sia una mia scoperta. In ogni caso dà buoni frutti, e i miei pazienti sono soddisfattissimi. Dottor Nedo Vannini"
Lucio Angelini
"Sempre più interessante. In che zona abiti? Se vengo a trovarti magari improvvisamente salta fuori una motosega? (Cfr. il tranquillo psichiatra della porta accanto). E a proposito, trovi adatto il mio racconto "Pavor nocturnus" per il Family Day?:- )"
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Nedo:
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"Ogni compressa di Tavor Nocturnus da 1,0 mg contiene :
Lorazepam mg 1,0.
Eccipienti : lattosio; cellulosa microcristallina; polacrilin potassio;
magnesio stearato; idrossipropil metilcellulosa E15; polietilen glicole
6000; titanio biossido; talco.
Il racconto omonimo (anamnesico-reminiscenziale) è molto ipnotico (come tutte le cose ciclicamente perfette cioè pasticchiformi). È ovvio che certe pasticche sono semplici imitazioni delle ruote di un Landini in miniatura. E in effetti, appena ingollata la ruota di un trattore, non riconosco nemmeno i miei 4-5 pazienti. Addirittura l'incertezza sul numero (cioè se sono 4 o 5) diventa lacerante proprio come una motosega."
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Lucio Angelini:
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"Sicuro, almeno, di non essere tu uno dei 4-5?:-) "
Tale Don Lurio:
"ho avuto la sfortuna di "frequentare" il dott. (?) Vannini per qualche mese, e mi sento in dovere di fare qualche precisazione:
1- lo studio non è in campagna come parrebbe: trattasi di uno squallido monolocale senza bagno in cui il dott. vegeta, ricavato dal sottopassaggio della stazione vecchia delle corriere di Viareggio. appena condonato, il Van. si è allargato un paio d'anni fa con una baracca abusiva in cui riceve i pochi clienti. la baracca insomma è il vero e proprio (?) studio.
2- ai tempi, l'innovazione di cui si vantava era aver sostituito il classico lettino con una sedia a sdraio (traballante). quando poi gli prese la mania dei trattori, forzò i pazienti a trasferirsi sul Landini.
3- lì io interruppi il trattamento.
4- che io sappia, di pazienti ne ha ancora solo due, miss Sacher e mr. Baghetta. E' tutto. Don Lurio"
Lucio Angelini:
"Sempre più intrigante. Quasi quasi gli dedico un post... "
Nedo:
"Lo sapevo che Lurio mi avrebbe seguito anche qui. È un omuncolo volgare e intrigante ma balla bene. Lo sa Dio come fa! È questo piroettare incontrollato e quasi autistico che lo fa rotolare dove ci sono io. Lui viene qui, mi guarda con due occhietti da tartufo bigio e comincia a dileggiarmi mentalmente. Sì, non dice un sola parola, ma lo sento che misura lo studio non in metri ma in "piedi danesi". Naturalmente i conti non gli tornano mai (perché lui il danese non lo conosce affatto) e allora gli viene in mente (magari in buona fede) che il mio studio è un bugigattolo e che io sono un mentecatto. E più che altro che i miei 4 - 5 pazienti si restringono in proporzione. Gli viene in mente che il piatto forte del mio pazientado è la Pasticciera Sacher (una donnona oligofrenica che ha ammazzato il marito soffocandolo nel sonno con una siringa per la panna). Gli viene in mente che tra i miei pazienti non c'è la Contessina Bianca da Brodo (che invece c'è dal momento che è un'oca assolutamente ubiqua). L'unica cosa vera è che Lurio è stato per 17 anni mio paziente. Un paziente naturalmente senza speranza. Anzi, nell'ultimo lustro di trattamento la sua bassezza morale aveva raggiunto una profondità così abissale che simulava la vertigine dell'altezza. In effetti ballava sul filo del bucato mostrando il sedere alla Contessina da Brodo che un giorno sì e uno no mi sveniva tra le braccia. Che fare se non praticargli un interruzione coatta del trattamento???
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Nedo Vannini di nuovo:
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Noto con grande dolore che manca una a: "un(a) sola parola".E  manca l'apostrofo: "un(') interruzione". La presenza di refusi nei miei discorsi mi rende folle di rabbia. E allora comincio a gridare e a rotolarmi a rotolarmi e a gridare... La colpa comunque è di Lurio che mi esaspera e mi fa sbagliare. Credo che berrò una tanica di gasolio e di me non sentirete più parlare.
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Tale Baghetta
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"il mio incontro col Vannini risale a 17 anni fa: ero in vacanza con la famiglia ai Bagni Angela di Viareggio, e il Vannini prometteva terapie brevi convenzionate coi Bagni stessi. Mi pareva un'idea valida, anche perché veniva lui all'ombrellone (non c'erano ancora i marocchini). La cosa si è rivelata prima un pacco, e poi una palla al piede da cui non riuscivo più a. risultato: da 15 anni a questa parte ho rinunciato alle vacanze in Versilia."
Tale Ocadabrodo
"Il dottor Vannini mi ha detto che era capitato qui per serendipità, e che qui aveva trovato, sempre per serendipità, una ragazza dal profilo un po' etrusco che si chiama Lioa. Naturalmente sono stata un po' gelosa. Anche perché, per serendipità, tanti anni fa aveva trovato me... Non che il Vannini sia proprio uno zoofilo, ma insomma... corteggiare mi corteggiava. E un po' allungava le mani..."
Lucio Angelini:
"Tranquilla, Ocadabrodo. La 'ragazza dal profilo un po' etrusco' è in realtà il Principe dei Gigli del palazzo di Cnosso, che il signorino Lioa ha scelto come avatar."
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Nedo:
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"Ecco, io salto come una cavalletta da un post(o) all'altro, cercando di capire che cos'è un blog(olo). Ero venuto qui - lo confesso - con animo messianico. Mi pareva di essere atteso... e che insomma... la Trattorizia avesse in sé qualcosa di sublime, o almeno di liturgico. Non che mi senta male accolto (o deriso), questo no, però non mi sento affatto compreso. Forse è meglio che ritorni tra i miei 4 - 5 pazienti che mi amano molto e per farmi piacere mi spolverano anche i trattori con un bellissimo pennacchio di struzzo."
Lucio Angelini:
"Ti sbagli. Ho apprezzato subito il tuo umorismo. Se fossi Tony Dallara ti direi:
'Non partir, non partir,
tu sei chiuso nel mio cuor, lo sento,
questo amore è tutto il mio tormento.
Non partir, non partir.
Forse tu, forse tu
vai lontano per cercar l'oblio,
vuoi lasciarmi senza dirmi addio,
forse tu... " (Eccetera)
(N.B. E' una canzone d'epoca come i tuoi trattori)"
Nedo:
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"Umorismo? Uno entra qui prima per caso, poi per disperazione. Voi non potete capire che significa essere incerti sul numero (perfino limitato) dei pazienti. Poi non sapete che tormento avere la testa tutta piena di trattori, e trattori di un'altra epoca, e che parlano tutti insieme un altro linguaggio. Insomma, io andavo accolto, qui, come un tarlo celeste, come una ciste destinata a esplodere, ma solo per spalmare chiarezza sulle tenebre del Blogolo. Si perché ormai mi è chiaro che i blogoli sono luoghi tenebrosi, dove i commentatori sono quasi tutti defunti (o in limine). E io non saprei come vivere qui senza nessuno che guarda la mia collezione di trattori e dice "oh meraviglia!".
Lucio Angelini:
"Nedo, è la prima volta che lo dico a un uomo: ti amo!"
Nedo:
"È primavera Lioa, pensa come sarebbe bello andar per albicocche susine e ciliegie. Purtroppo capisci bene che il mio cervello è tutto un rumore di iniettori e di cingoli. E non solo. Enormi pagine di manualistica mi stormiscono nell'encefalo. Basta che dica "albicocca" e mi si apre una finestra sul lobo temporale:
'I trattori da frutteto e vigneto devono avere dei buoni sistemi idraulici in quanto molte delle attrezzature che utilizzano, richiedono l'uso di uno o più distributori idraulici, per l'innesto o il disinnesto di determinati comandi. E' il caso dei muletti applicati ai trattori, oppure delle falciatrici, o delle botti azionate idraulicamente, e via dicendo. Si capisce quindi come il sistema idraulico di questi trattori sia un elemento molto importante nella valutazione del trattore.'.
Insomma, parlare d'amore con me è come parlare di benzina verde con un trattore. Gasolio, solo gasolio."
Lucio Angelini:
"OK. Mi arrendo, prostrato dalle fatiche del corteggiamento."
Utente anonimo:
"Favola oscura, nespola dura,
la paglia e il tempo te le matura."
Nedo:
"Incantevole Lioa,
permettetemi intanto di darvi del Voi perché io sono un uomo all'antica. Questa è, credo, l'ultima lettera che vi scrivo (dunque il Voi sottolinea il distacco). Vedete bene che i miei nemici mi hanno raggiunto. Non permettono che trovi un angolino nel quale rasserenarmi. Credo lo facciano per demenza, piuttosto che per invidia. Lurio, se non fosse così malato, sarebbe perfino un piacevole compagno di giochi. Anche lui - ne sono certo - ama i trattori. D'altra parte, signora Lioa, come potremmo non amare delle creature così infantili, così legate alla crostosa fragilità della terra? Il Landini del 1925, ad esempio, si può dire che è nato in una stalla ed è stato allevato con i vitelli. Insomma, incantevole Lioa, vedete bene che questa mia passione non è insana. Sarà un delirio agreste (come diceva il meccanico Scardanelli). Mah. Non so che dirvi, anche perché l'amore mi ha confuso l'Es, e mi sento, al vostro misterico cospetto, quasi incapace di intendere e di volere. In effetti non voglio nulla. Nemmeno restare in questo Blogolo nel quale, me ne rendo conto, sono un perfetto estraneo, anzi: un Estraneo Imperfetto, dato che qui (anche qui!) mi hanno seguito i miei nemici, e qui, la loro delazione in un certo qual modo mi delimita. Sì, signorina Lioa, voi pensate che Nedo sia uno spazio chiuso tra le brutali rivelazioni di Lurio (che si finge il Baghetta) e le complesse pannosità della Sachertortessa. Ci sono addirittura dei pazzi (probabilmente amici dei miei sparuti pazienti) che mi danno del "lupo solitario"!!! Io che temo perfino i barboncini e che cambio immediatamente marciapiede se intravedo un carlino!!!
Ma ho divagato, Lioa, volevo solo dirvi che il vostro possibile amore mi scalderebbe come una candeletta di preaccensione. E forse, con voi al mio fianco, io potrei aprire qui una modesta (ma dignitosa) succursale del mio ambulatorio. Potrei perfino estendere il mio pazientado. E insomma: nuovi clienti, aria fresca. Sì, la lugubre psicosi di Lurio non dà respiro. A volte me ne sento perfino contagiato; e il mio meccanico Scardanelli mi guarda fisso con due occhietti che sembrano due rivetti zincati e mi dice: "Sei pazzo, Nedo.". Io non so che rispondergli, ma davvero mi sento le ruote artigliate al posto dei piedi, e sono così rigido che avrei voglia di ungermi le giunture con un delicatissimo grasso di litio (che tra l'altro è un'assurdità per un tetragono trattore). Purtroppo continuo a divagare. E questo mi fa capire che il nostro amore è impossibile. Anzi, che tutti gli amori sono impossibili per uno psichiatra di provincia. Allora è bene che sparisca. Certo non so come fare. Ieri ho bevuto una tanica di gasolio (10 litri) e dopo stavo meglio di prima. Potrei stendermi dietro il Landini e dare la soddisfazione a Lurio di ingranare la retromarcia. Ma questo mi pare un po' immorale. E, come mi fa notare Scardanelli:
Non si abbandonano i pazienti
alla furia perversa dei loro torbidi destini
Né si abbandonano i Landini
alla perfida leggerezza
dei nani ballerini.
Lucio Angelini:
"Nedo, tesoro, preparati a un duro colpo: non sono una signorina, ma un signorino, per giunta over50. A volte mi firmo Peter Lioa, è vero, ma just for a change. Il mio nome e cognome sono esattamente quelli che precedono l' indirizzo con splinder.com. Adesso potrai ben dire, con Gozzano: "Non amo che le rose che non colsi". Un bacio."
Nedo:
"Incantevole Lioa,
smettete vi prego di fingervi un maschio, e soprattutto non citate mai più
Guidino. Voi naturalmente non lo sapete, ma ci sono nomi che io non posso udire senza un attacco di bile. È una cosa familiare. Il mio bisnonno Efisio tutte le volte che in casa nominavano Domenico Modugno correva a stendersi sui binari del treno (naturalmente mio nonno Gigino ce lo levava)."
Lucio Angelini:
"Nedo, creatura, il ricordo dei vostri nonno & bisnonno ha risvegliato in me quello di due tenerissime figure: nonna Speranza e l'amica Carlotta, ritratte nei celebri versi di Guidino:
"Le amiche - bambini, fate pian piano! -
le amiche provano al piano un fascio di musiche antiche:
motivi un poco artefatti nel secentismo fronzuto
di Arcangelo del Leuto e di Alessandro Scarlatti;
innamorati dispersi, gementi il "core" e "l'augello",
languori del Giordanello in dolci bruttissimi versi:
...caro mio ben
credimi almen,
senza di te
languisce il cor!
il tuo fedel
sospira ognor
cessa crudel
tanto rigor!
Carlotta canta, Speranza suona. Dolce e fiorita
si schiude alla breve romanza di mille promesse la vita."
mr. B
"Penso e ripenso: - che mai pensa l'oca
gracidante alla riva del canale?
Pare felice! Al vespero invernale
protende il collo, giubilando roca.
Salta starnazza si rituffa gioca:
né certo sogna d'essere mortale
né certo sogna il prossimo Natale
né l'armi corruscanti della cuoca.
- O papera, mia candida sorella,
tu insegni che la Morte non esiste:
solo si muore da che s'é pensato.
Ma tu non pensi. La tua sorte è bella!
Ché l'essere cucinato non è triste,
triste è il pensare d'esser cucinato.
(Guido Ocozzano)"
--
 

  1. nedovannini on Mer, 01/09/2008 - 10:35

    Il dottor Nedo Vannini non è un sedicente psichiatra. È uno psichiatra dilettante serissimo e "molto esclusivo". Ha pochi pazienti perché li seleziona. Ad esempio mio marito non l'ha mai preso in cura, perché in effetti è un uomo dappoco (tipo il Trasciatti). (-;

    s.p.

  2. trasciatti on Mer, 01/09/2008 - 16:44

    Vorrei sapere cosa tieni dentro il cranio. Intanto "dappoco" lo vai a dire a tuo marito, che probabilmente è contento di essere sminuito, ma non a me che neanche ti conosco. E poi anche questa storia dello psichiatra dilettante non mi garba punto. Ma che pesce di donna sei? Ma chi ti ha sposato? Ma chi ti vuole? Ma che ci fai qui? Ma perché non vai via? Ma che leggi? Ecco, dimmi cosa leggi stirando che, mi pare, te lo ha chiesto anche la Gisy. Dimmi quali sono i tuoi libri o i tuoi autori preferiti così parliamo di qualcosa di sensato. Forse.

    Adramaldo 

  3. gisy on Mer, 01/09/2008 - 23:37

    Maddài è stato un raglio d'asino.
    Cosa vuoi andare avanti a chiedere? Te ti interessa l'opinione del primo passante che incroci per strada? Internet è un pò così...un ricettacolo di ragli.

    Gisy

  4. nedovannini on Gio, 01/10/2008 - 07:55

    Mah... Ardamaldo... Lei (il tu non glielo do proprio) non ci crederà ma mi ha molto turbata. Più che altro “che pesce di donna sei”. Non so che mi sono sentita dentro quando mi ha detto così. Davvero non lo so ma mi è presa come la voglia di morderle un orecchio. O forse no, il naso. Mica per farle male Ardamaldo... No. Anzi... il naso è uno strumento di piacere.
    Ma ora che cosa penserà di me? Io lo so cosa penserà: che sono una moglie trascurata perché quel bamboccione di mio marito passa la notte a scrivere le lettere al mondo solo perché io stiro. Ma vede Ardamaldo, che cosa ci posso fare se per me stirare è come... giocare a campana? Sì io sono sempre stata attentissima a saltare con precisione tra le righe di gesso che mia madre faceva sul marciapiede per me, solo per me. Era una donna straordinaria, mia madre Antonina. Peccato che mio padre Ubaldo se ne sia sbarazzato prestissimo. Una cosa che a ripensarci mi viene da stirare per secoli... Mah... Lei mi chiede che libri leggo mentre stiro. In genere Gogol. Ma ultimamente (specie stirando i polsini) mi sono appassionata ai Diari di Kierkegaard. Se vuole gliene recito qualche passo a memoria:

    “Il primo giorno di Pasqua, alla funzione del pomeriggio nella Chiesa di Nostra Signora (alla predica di Mynster), «lei» mi fece un cenno con la testa, non so se per pregarmi o per perdonarmi, ma in ogni caso con molto slancio. Io ero seduto in disparte, ma essa mi scoprì: volesse il cielo che non l’avesse fatto! Ecco un anno e mezzo di sofferenze sprecate, tutti i miei sforzi enormi: essa non crede, malgrado tutto, che io sia un impostore, mi conserva ancora fiducia! Attraverso quali prove non le toccherà allora passare. Il prossimo stadio riserverà la figura di un ipocrita. Più andiamo avanti, e più la situazione sarà tremenda. Un uomo di un’interiorità, di una religiosità come la mia, che abbia potuto comportarsi in quel modo! E tuttavia ora io non posso più continuare a vivere solamente per lei, ad espormi al disprezzo degli uomini, a perdere il mio onore: non l’ho ora mai fatto? Spingere la follia fino a diventare un furfante, solo perché essa lo creda…: ma a che scopo? Essa penserebbe ancora che prima non lo ero. Oggi Lunedì fra le 9 e le 10 del mattino essa m’incontra. Io non ho fatto neppure un passo per questo...”.

  5. nedovannini on Gio, 01/10/2008 - 09:18

    Io non ci credo mica che non ti ricordi di me. Certo sono passati tanti anni... Ma come si chiamava quel ragazzo con gli occhi strani che sfumava così bene il carboncino? Lammetti? Forse no. Però due ti nel cognome mi pare che ce le avesse. E il bidello? Che tipo schifoso era...
    Comunque a Bologna non ci sono più tornata. Neanche una volta. Mio marito mi ha reclusa qui, a Marina di Massa. Davvero mi sono rovinata la vita. Magari è meglio che non te lo ricordi chi sono. Io ci scherzo, sai? Eppure stirare è come una valvola di sicurezza. Sennò esploderei e farei saltare la villetta a schiera. Meno male non ci sono bambini...

    Una ragliatrice

  6. gisy on Gio, 01/10/2008 - 10:46

    Se è vero quel che dici, mi spiace. Se facevi l'accademia ad occhio e croce, chissà potrei anche ricordarmi.Cmq se è vero quel che dici e non hai figli (ma anche li avessi), beh vatténne finché sei in tempo.
    L'eperienza insegna e mi insegna, che le cose in genere non possono che peggiorare, ben che vada restano uguali. Il ché non mi sembra una granché nel tuo caso. Cos'è che ti lega?
    La paura? La paura ammazza più che il male, lo so troppo.
    E leggi qualcosa di divertente, sarà meglio.

    Gisy

  7. trasciatti on Gio, 01/10/2008 - 15:45

    Quello che vorrei sapere, cara la mia donna-pesce, è come fa a leggere mentre stira. Che poi legga Kircherkant o Tolopone, da un certo punto di vista, è irrilevante. E' proprio il fatto tecnico-logistico chemi interessa. Cosa tiene, una carrucola che le cala il libro dal soffitto all'altezza degli occhi? Un semplice leggio? Ma non si è mai bruciata con il ferro?

    Quanto al fatto che qui lei sta parlando di fatti molto privati, non so che dire, andaiamo avanti, poi si vede. Magari ne viene fuori una corrispondenza così appassionante che magari ce la pubblica Feltrinelli.

    Adramaldo 

  8. nedovannini on Gio, 01/10/2008 - 19:00

    Lei Adramaldo mi turba. è così schiettamente poetico. la donna-pesce mi incanta, e mi sento tutta argentata e squamosa. insomma quel mollaccione di mio marito non saprebbe mai dirmi una cosa così toccante. mi sento quasi senza lisca - un'invertebrata - a pensare che l'acqua del ferro a vapore mi potrebbe portare fino a lei, e che lei con quelle mani esperte potrebbe prendermi per la coda e poi strofinarmi le branchie...

    sì, ho un leggio con una molletta per tenermi ferme le pagine.

    a presto.
    sim (-:

  9. gisy on Gio, 01/10/2008 - 19:23

    Non è una poesia, ma è uan dedica per la stiratrice

    Fragili - fili d'erba vicini -
    ma così indifesi -
    Eppure sembra lo stesso verde dall'alto.
    Un tempo era odore d'estate
    e si saltava gli ammucchiamenti di fieno.
    Niente vetri dalle sibilanti sottili fessure.
    Fili d'erba che si accasciano alla prima pioggia,
    si torcono al vento,
    davanti agli occhi senza abbraccio
    - un verde solitario di capelli spettinati.

    Il dolore non si può mai raccontare abbastanza -
    questa è l'unica verità che conosco;
    potrei scriverne cento, mille di libri,
    leggerne altrettanti,
    e sentire ancora troppe pagine vuote, e da riempire
    - E voi luce accese distanti?
    Dove siete?
    Sub-limine dei pensieri dove un'anima si erige e l'altra si inginocchia
    pensate ai giorni avvenire -
    o c'è un passato che vi sorregge il destino?
    Sfama la bestia .
    Abbevera l'anima.
    Beati voi fantasmi all'opera.
    Invisibili corazze che tengono i giorni,
    prima che uno scompaia e l'altro appaia
    Carne, piaga del tempo
    Io so che il mio credo è sparso,
    quanto il mio non credo
    Nessuna preghiera mi piega alla fede,
    mai abbastanza.
    Madonna blasfema che mi appaghi i sogni.
    Mi vedrete distante inutile come la vita di chi non si conosce.
    Potrei mai occuparmi un'ora al mese di te stiratrice?

  10. trasciatti on Gio, 01/10/2008 - 23:31

    L'acqua del ferro a vapore è pericolosa assai, cara la mia pescia, non cerchi di infiltrarsi nel pertugio del ferro da stiro, potrebbero venirgliene solo danni. Lo dico nel suo interesse. Già altre ci hanno provato e son finite tutte male. Ma lo sa quanti incidenti domestici mortali si verificano annualmente? Non mi faccia stare in pensiero.

    Adram

  11. nedovannini on Ven, 01/11/2008 - 07:50

    Adramo, io l'amo!

    simonetta

  12. gisy on Ven, 01/11/2008 - 10:33

    Ma allora provi anche te dei sentimenti stiratrice! Del resto con il marito che si ritrova non deve essere così difficile amare qualcun altro, pure se virtuale. Sì il bidello mi sa che mi è tornato in mente, ma te com'eri? Sei carina, magarimi ricordo. Dimmi il corso.

    Ti ho fatto una pure dedica a te stiratrice qui e mi ignori, allolra l'ho messa sul mio blog e ci scrivono anche eh. Lo sai che son troppo esibizionista-egocentrica per essere ignorata a lungo. Ti lascio ai ferri e agli sbuffi che d'inverno dài si sopportano anche no?

    Gisy

  13. nedovannini on Ven, 01/11/2008 - 14:16

    Tu Gisy, non hai la più pallida idea di chi sono. Una donna disperata senz'altro. Ma anche te hai un fondo di disperazione (che io vedo benissimo). Tu fai la Gisy per non vederlo questo sotterraneo. Io stiro.

  14. gisy on Ven, 01/11/2008 - 17:17

    No, no, io scrivo per affrontarlo il sotterraneo cara. Ci son dentro fino al collo, non credo sia solo un fondo di disperazione. Sono da sempre su questo fondo. E si capisce, mica si untiisce, solo un cieco nell'anima non lo vede.
    Ho sempre parlato liberamnete della depressione che attenaglia.
    Non è un mistero per nessuno, sia chi mi conoce chi no.
    Però fatto sta che mi spiace che non mi dici chi sei, chi sei davvero, semmai ci siamo mai viste davvero, semmai sei stata ad un corso che facevo all'H. A a parte il bidello.

    Gisy

  15. nedovannini on Ven, 01/11/2008 - 22:23

    Vedi Gisy, se io ti dicessi chi sono tu ti arrabbieresti, anche perché un po' mi conosci (diciamo da lontano).
    Che non ci sono con la testa intanto credo lo avrai capito. Che mio marito non è normale pure. Che faccio finta di corteggiare quel tortellone del Trasciatti anche questo mi pare evidente. Anzi, io mi domando com'è che sono capitata qui, e perché mai (anche ora) ho smesso di stirare.
    Lo sai che cosa fa mio marito? Scrive. Lui scrive sempre. Sento quel maledetto computer che viene quasi triturato – notte e giorno – dalle sue dita pesanti e pelose. È una specie di ragnone chiuso nel suo sgabuzzino (uno studiolo che sembra un ripostiglio). Insomma lui dice che scrive la continuazione di una prima lettera al mondo che aveva cominciato tanti anni fa. I postini non servono perché ha Alice. Anzi, credo che infesti quasi tutti i siti della rete. Magari sarà capitato anche qui con il nome di un altro.
    Magari te se lui. O lui è me. Non si può mica dire...

  16. gisy on Sab, 01/12/2008 - 00:47

    Prima che io mi arrabbi ne passa. Forse se te stai male, saprai bene che chi sta molto male, non si fa prendere tanto facile dalla rabbia altrui, ma lascia correre, se ne sgagazza in altri termini. Chi acora si arrabbia, a mio avviso non ha ancora patito abbastanza. E poi perché mi dovresti fare arrabbiare? Mah
    Per quanto riguarda i mariti: mai mettersi con degli scrittori.
    Si diventa un ostacolo per le loro presunte opere prestigiose.

    Gisy

  17. nedovannini on Sab, 01/12/2008 - 07:40

    Sai Gisy, mi piacerebbe sapere chi sei. E anch'io vorrei sapere chi sono, perché mio marito non me lo dice mai. Capisci? Io... non mi ci specchio. Sarà perché sono una donna cattiva, e anch'io non sono mai stata uno specchio per lui. Cattiva forse no, ma non riesco a dare senza sentirmi un po' più povera. Insomma, non so come dire... sento il bisogno di specchiarmi solo in una tavola da stiro. Ecco, forse passo le notti a stirare per vedermi apparire tra le camicie di mio marito. Te lo capisci bene che tra scrivere lettere al mondo e stirare camicie la differenza praticamente non esiste. Voglio dire: tra una pagina bianca e una camicia non si saprebbe neppure scegliere.
    Comunque Gisy penso che non ti scriverò più. È anche un peccato perché noi in questo luogo così chiuso eppure così indifeso ci siamo forse capite profondamente, e magari abbiamo sentito una folata d'affetto tra i vestiti. È che a me spesso vengono idee agghiaccianti (sì, mi gelano proprio il cuore). Ad esempio in questo momento penso di essere lui.
    Sì, io sono mio marito.

  18. trasciatti on Sab, 01/12/2008 - 21:56

    Ci lasci adunque così, nel cuore chiuso della notte, in preda ai terrori libertini della nostra anima pingue? T'en vai dove? Riedi al tuo nido? Torna adunque tra noi e non terminar tuo corso terreno piangendo! Qui trovasti ospitalità, trovasti amore, comprensione non so, ma amore molto. Trovasti un uomo di terra che ti nomò Donna e Pesce, che cosa ancor ti attendi? Riedi anima fiuma, riedi e ti s'accoglierà persempremente.

    Don Adramaldo de la Vega

  19. trasciatti on Mer, 01/16/2008 - 14:39

    Per errore ho cancellato la sua trascrizione della Biblioteca di Babele. Che facciamo, me la rimanda? Così per darla in pasto ai lettori affamati che se ne gioverebbero, sempre che non la conoscano e se la conoscono pazienza, se la rileggono che non fa mai male. Le dicevo anche che, se passa con il cursore su "Vannini", vedrà che si apre una specie di fumetto dove c'è scritto "ambulatorio di nedo vannini psichiatra". Su, si accontenti, non mi faccia ammattire che devo lavorare. La sua rubrica è comunque la più letta del sito, più di 200 letture, le par poco?

    Ananasso Trascotti

  20. nedovannini on Mer, 01/16/2008 - 18:06

    trasciatti, la mia NON è una rubrica!!! è un ambulatorio. se si vedesse CHIARO che lì c'è uno psichiatra convenzionato con la Mutua verrebbero orde di pazienti affamati di sanità mentale. io NON posso lavorare occultato così! io DEVO essere visibile nella pienezza della mia funzione. i pazienti non devono "passare col cursore su vannini", devono trovare l'ambulatorio SPALANCATO. secondo lei un paziente che ha una crisi di panico che fa? strofina il cursore su vannini???

  21. colleoni (non verificato) on Mer, 01/16/2008 - 22:00

    la gisy gagazza
    Vannini vaneggia
    trasciatti, tralascia!

    B