Musicisti al Giglio

Ven, 04/25/2008 - 01:27

Musicisti al Giglio

 
 
Girata la punta che protegge a ponente Porto Santo Stefano s'apre la vista verso il largo con un ultimo sipario di terre che s'allunga all'orizzonte. È l'isola del Giglio che corre in sette balze da cui sgorgano una trentina di sorgenti. Per questo, per la ripidezza dei suoi fianchi, per l'acqua che risale dagli strati di granito e per le vene di metalli che s'annidano nell'unico promontorio calcareo, l'isola ha attratto coloni, profughi, monaci e, con tenace regolarità, i pirati barbareschi. Lasciando a sinistra Giannutri, bassa e lunata, pare proprio di avvicinarsi a delle mura sull'acqua, mura che contengano un giardino, una sera e poi un mattino diversi. Ci vado per incontrare Ilaria e Andrea, due musicisti che hanno casa sul versante opposto. Si sale, dunque, il muro a est e altrettanto velocemente si scende verso la baia di Campese. La casa affiora appena, oltraggiata da un albergaccio che l'ha cinta su tre lati. Ma la stagione turistica non è iniziata e la casetta a un piano parla sommessamente un'altra lingua, lingua di chi tenta e rischia l'immediatezza di un amore e di un destino. La stessa lingua "franca", comprensibile un tempo da Marsiglia a Gibilterra, da Livorno a Messina, fino in Morea e lungo la costa siriaca, fatta solo per dire, pescando i vocaboli in ogni idioma, secondo la poesia del momento, l'urgente relazione tra cose e pensieri o più precisamente, tra cose e desideri.
Grande come una comoda barca, l'ha costruita il nonno di Andrea che non andava per mare, ma una volta andò sottoterra, 150 metri sotto il fondo del mare, proprio qui di fronte, verso punta Faraglione, in miniera. Volevano cambiargli mansione, ma lui si rifiutò e tornò in superficie, a manovrare l'argano. La spiaggia è di grana grossa, un granito rosa, quasi esangue, che scricchiola sotto i passi, accompagnandoti fin nel giardino dove in un angolo si ricorrono le insalate e nell'altro le calle. Dove un minuscolo cerchio di sassi difende il seme appena spuntato di un'anguria e i gatti : Libeccia e Azzurro dormono tra i gigli. Dove la scala, servita per potare le acacie e la riga d'oleandri indica con meraviglia i mutamenti del cielo. Scirocco e grecale nel loro gioco serrato tengono l'isola parallela al continente, su una rotta sud-nord. Ma quando soffia rabbioso ponente, allora, l'isola pende paurosamente verso la Toscana, cerca il matrimonio che l'ha separata.
Per Ilaria, forte di una voce sirenica, l'isola assomiglia a uno scudo, perentoria e vitale, per Andrea è il calco di una linea che s'incurva dolcemente. "Da fuori uno scudo - precisa lei - ma dentro è proprio una curva da ripetere, lungo cui lasciarsi andare". A volte si approda in posti così, pensati e vissuti con regale modestia. La casa di tre generazioni fa, orizzontale come gli orti e le macchie scosse dal vento, il lavoro giornaliero di mettere versi in musica, calcolando l'accordo di chitarra e la fuga della voce, uno sforzo felice che coinvolge anche e soprattutto la vita affettiva. In fondo è il prenderci cura del come che permette ai luoghi e ai visitatori di mostrarsi riconoscenti.
Sono contento di aver visto l'indirizzo insulare che ha fatto sbocciare un disco come Chimera concerto per Dino Campana che Ilaria Becchino, voce, e Andrea Biscaro, chitarra e voce hanno realizzato per l'etichetta Ema service, con il patrocinio del Centro Studi Campaniani "Enrico Consolini" Premio Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per saperne di più, cercate Secondamarea in rete (www.myspace.com/secondamarea) e per comprare il disco rivolgetevi alla Libreria Baroni di Lucca.
Nicola Dal Falco
Prossimi concerti
4 maggio, ore 21 - Ribolla Roccastrada
Concerto per la miniera Canzoni a carburo
10 agosto, ore 18 - Abbadia San Salvatore
Concerto per la miniera Canzoni a carburo
27 settembre, ore 10 - Teatro comunale Ferrara
Anteprima del cd Care ombre dedicato al poeta Gianfranco Rossi
(La copertina del cd Chimera è tratta da un dipinto di Antonio Possenti)