Ugo Cornia: quattro storielle

Mer, 03/19/2008 - 21:45

Ugo Cornia: quattro storielle

 

1

Mia zia alla Camera di commercio aveva un collega che era addetto all'ufficio tori. Questo ufficio tori fino al 1972 era presente in tutte le camere di commercio in quanto la camera di commercio aveva delle competenze in materia agricola e in particolare aveva una specie di registro dove erano iscritti tutti i tori da riproduzione. Allora questo suo collega, facendo quel lavoro, era in contatto continuamente con una svariata quantità di agricoltori e delle volte, quando passava dall'ufficio di mia zia si fermava a raccontarle un po' delle storie che gli erano accadute. In particolare lui spesso, in quanto dovevano andare a fare insieme dei controlli nelle stalle, accompagnava un veterinario provinciale a ispezionare i tori.
Una volta negli anni quaranta erano andati a fare un'ispezione in una stalla e in questa stalla c'era un cane abbandonato che stava in mezzo a della paglia e si vedeva che era molto sofferente. Allora il veterinario si ferma a guardarlo e il padrone della stalla gli dice: Mah, questo cane non sta mica bene, sta male e sta sempre peggio, e gli fa vedere che il cane aveva una specie di bozzo sulla testa, vicino all'orecchio. Il veterinario gli dice: questa è una specie di tumore, se vuole io lo opero e provo a toglierglielo, tanto ormai è talmente malandato che male non gli fa. E infatti lì per lì questo veterinario gli fa questo intervento. Poi passano gli anni della guerra, perché gli ultimi anni della guerra tutte queste ispezioni non venivano più effettuate perché non c'erano più le strutture e tutto era un po' provvisorio. E subito dopo la guerra però tutto riparte e il signore dell'ufficio tori e questo veterinario ricominciano a andare in giro, e tornano a visitare più o meno tutte le stesse aziende agricole. Allora un giorno vanno in una stalla e gli viene incontro un cane scodinzolando e facendo un sacco di feste, ma delle feste incredibili, e allora loro dicono al padrone: Eh, ma come è socievole il suo cane. E il padrone dice al veterinario: Ma non si ricorda più? Questo è il cane che lei ha operato quando è venuto prima della guerra.
Quindi il cane per tanto tempo si era ricordato di quella persona che l'aveva guarito dai terribili dolori che aveva.

2

Un mio amico diceva che a Fanano adesso hanno messo su uno di quei distributori automatici di sigarette che prima devi infilarci la nuova tessera sanitaria, quella tipo bancomat con la banda magnetica, oppure il codice fiscale, poi se va tutto bene e è in regola puoi metterci i soldi e la macchinetta ti da le tue sigarette. Però quello che lui non capiva è che è così fino alle dieci di sera, dopo le dieci chiunque può andarci e mettere i soldi e prendere le sigarette senza bisogno di nessun documento. E comunque mi ha detto che i suoi figli, che hanno quattordici anni e fumano di nascosto comprando le sigarette insieme a un loro amico, anche lui di quattordici anni, hanno risolto subito il problema perché sei mesi fa al loro amico è morto il nonno e loro la prima cosa che hanno fatto appena è morto è stata rubargli il tesserino sanitario, così adesso se finiscono le sigarette alle due di pomeriggio vanno subito al distributore automatico, infilano la tessera sanitaria del nonno morto e prendono le sigarette.

3

Mio zio Santo raccontava sempre questa storia: c'era un grande pranzo con tantissime persone a tavola e c'erano due signori che erano gli ultimi della tavolata, per cui a ogni portata, quando arrivavano i piatti, il cameriere era sempre loro due che serviva per ultimi.
A un certo punto c'è un piatto di pesce e quando il cameriere arriva da questi due che erano sempre gli ultimi a esser serviti sul piatto c'è un pesce grande e un pesce piccolo. Allora il penultimo cosa fa? Guarda e prende il pesce grande. Il signore che era per ultimo si arrabbia e dice: ma scusi, ma guardi che maleducato, ma perché ha preso quel pesce lì. Non ci si comporta così. Allora l'altro gli dice: ma scusi, lei cosa avrebbe fatto al mio posto. E l'altro dice: Io al suo posto avrei preso quello piccolo. E quello risponde: Allora, lo vede che ce l'ha. Lo mangi e stia zitto.

4

Mia nonna e i suoi fratelli avevano degli amici originari dell'appennino modenese che si chiamavano Casoni. Erano quattro fratelli e una sorella di origini modeste, nati vicino a Pievepelago verso la fine dell'ottocento, ma che avevano tutti fatto delle carriere importanti nella pubblica amministrazione. La sorella si chiamava Maria, era la più vecchia di tutti e non aveva studiato per aiutare la madre ad allevare i fratelli. Avendo tutti fatto carriera nella pubblica amministrazione e essendo diventati funzionari dei ministeri i fratelli Casoni vivevano insieme a Roma, in un bellissimo appartamento in viale Liegi ai Parioli, e nessuno di loro si era sposato.
Siccome uno di questi fratelli era un funzionario di alto grado delle ferrovie la sorella aveva diritto a dei biglietti gratis per viaggiare su tutta la linea delle ferrovie italiane. Allora lei, che non avendo studiato non lavorava, naturalmente non voleva sprecare questi biglietti che data la carica del fratello erano sempre dei biglietti di prima classe, in vagone letto, e così via, per cui lei spesso partiva da Roma e arrivava a Palermo, e lì passeggiava un'oretta e si mangiava un gelato, poi rimontava su un altro treno e tornava indietro per sfruttare i biglietti. Una volta per esempio andò da Roma fino a Fiume a trovare la zia Fila, arrivò lì e, anche se mia zia Fila le diceva di fermarsi che non si vedevano mai, dopo due ore riprese il treno per tornare a Roma. E quando le persone sue conoscenti le dicevano ma già che ti fai il viaggio perché non ti fermi due o tre giorni lei diceva sempre no, no, guarda, ho da consumare tanti di quei biglietti, che se no vanno sprecati, e quindi lei viaggiava continuamente per adoperare questi biglietti senza sprecarne neanche uno.
Però, siccome non poteva perdere tempo perché stando in casa con i suoi quattro fratelli maschi aveva tanti doveri domestici, si portava con sé tutti dei lavori di cucito da fare mentre viaggiava sul treno per non perder tempo, e cuciva le camicie ai fratelli, rammendava le calze e faceva altri lavori così.

 

(In alto: casolare in Romagna, foto Trasciatti)

 

  1. Denisno (non verificato) on Dom, 03/23/2008 - 09:44

    well done, brother

  2. nedovannini on Lun, 03/24/2008 - 13:48

    il direttore

  3. trasciatti on Lun, 03/24/2008 - 22:31

    Eccomi di nuovo al posto di comando (si fa per dire). Questa Pasqua e Pasquetta mi è stato interdetto l'accesso alla redazione da un gruppo di figuranti travestiti da Vannini che si erano accampati sul pianerottolo. Ho loro dato rassicurazione non so bene su che cosa ed essi, essendo stolti come colui che rappresentavano, mi hanno creduto e se ne sono andati. Che è successo in questo frattempo? Ragguagliatemi fratelli e sorelle, informate il vostro direttore che si era disperso a Boboli fra torme di turisti ed ebrei erranti. Di sfuggita mi par di aver visto, ma non sono sicuro, anche il Golem travestito pure lui da Vannini.

    Atti.