Breviario di un teologo materialista

Mar, 11/25/2008 - 23:09

Breviario di un teologo materialista

di Alessandro Biagetti

*Te Deum

Te Deum Laudamus
e soltanto sapere
basta, che non sei
bene per pochi
barocco e caviale
ma ti gridano gli angeli
scodelle vuote
santo santo santo
anche se non fai piovere
di te, di qualcosa
vivremo, che altro
ancora un motivo
ci uccideranno.
Non sei gioco cieco
figlio di chiese vuote
idea concetto inchiostro cuore,
materia piuttosto, e musica
a ballare ogni terra
santo santo santo
occhi d'ammazzato
frantumati nei miei
e milioni di piume
non fanno cuscino
pietra soltanto
zolle saremo assieme
e cresca seme d'anima
forse ciò che sei
santo santo santo
il lento respirare speranza
Non Confundar In Aeternum.

*Benedictus

Benedictus Dominus Deus Israel
sveglia sirena
respiro di freddo
evidenza duale
Grigio su pioggia
una tazza incrostata
zucchero amaro
e labbra di uomo
Grigio dal vetro
diplomatici graffi
timori antiquati
liturgie di uomo
Grigio ed occhiali
sangue di topo
ruggine ombrelli
il tempo dell'uomo
Grigio demonio
barlumi di bene
emozione violenza
l'uomo che io.
E passi promessi
di sole che sorge
uomo Dio uomo
via della pace.

*Ora media

Nunc Sante Nobis Spiritus
un'onda rossa la strada
sciopero fischia il vento corteo
bambino mio che profondi
i tuoi occhi
un calcio nei coglioni
sventola forte quella bandiera
che forse papà
di nuovo un lavoro
bambino mio ora media
dammi un attimo la bandiera
che forse papà,
Dio che sei buono,
un attimo d'attenzione.
Magnificat
Magnificat Anima Mea
del tramonto i doni
che tanti poeti il blu
or, guarda, già viola, suscita
...
evanescenza e trito
...
ma chi di materia nutra
manca, a far lode
il tempo, polmoni e cuore.
Donna, soltanto,
sapienza delle cose
guardo che guardi Dio
straripano gli occhi
d'azione, qualcosa di vero
impossedibile spirito
svelato, nato
carne di preghiera
e tu, che di Parola gola
brilli di grandi cose
sei all'inesprimibile
stella del mare.

*Compieta

Nunc Dimittis Servum Tuum Domine
che tante le piaghe
il nero degli occhi
adesso la quiete
sei, risposta e pungolo.
Non più, non ancora
osarci di luce
che a giorno pellegriniamo
adesso soltanto, il buio
umidità uterina
tua mano, nostra porta
questa povera fede inutile
apriremo ancora
e il sogno, cocente sconfitta,
intimità e cena
a nutrire il desiderio di te.
Amen.

16.12.02 – 25.02.03

(In alto: disegno di Nicoletta Calvagna per Sogni di libeccio)

 

  1. trasciatti on Mar, 11/25/2008 - 23:15

    Notturnamente ho messo on line i testi poetici di Libetico, l'ora mi è sembrata propizia. Stanotte nessuno li leggerà. Domattina li troveremo come un regalo sotto l'albero.

    don Vannino Trasciatti

  2. nedovannini on Mer, 11/26/2008 - 10:03

    l'ora era propizia ma non puoi firmarti vannino. nemmeno la notte.

    vannini & vannini

  3. Kabala on Gio, 11/27/2008 - 07:27

    Rispondo qui ad Antao Sacarolhas: sono persuaso che il testo base di questa discussione faciliti maggiormente alcune elucubrazioni tipo queste.

    Innanzitutto avverto, guardonescamente: davanti alla canonica di don Trasciatti si stanno ammucchiando
    fascine e pancali. Tutto lascia pensare all'imminente erezione di un
    rogo anti-eresia o di una pira che suggelli nel fuoco un qualche
    sacrificio umano alle divinità cobolde che di nascosto egli venera.

    Non
    so se il sito del neo-editore sia il luogo giusto per vezzi teologici quali lo stabilire
    da chi dipenda l'ortodossia cattolica (se orto-dossia significa giusta
    fede, sicuramente la gerarchia ne é custode. Ma custode non vuol dire
    padrone... quest'ultima frase mi evoca immagini di una
    perversità indescrivibile, che lascio al surreale del nostro
    Torquematti).

    La letteratura, penso io (e così svicolo all'idea
    che la/le divinità siano espressione isterico-creativa dell'uomo, idea
    per me non del tutto infondata ma certamente dallo scarso valore
    teoretico ed esistenziale), è il (forse IL) punto di raccordo tra la fantasia, l'esperienza, la materialità e la mistica. Scrivendo, comunichiamo
    tanto i sogni quanto la merda, tanto le zolle quanto le nuvole.

    Fare
    letteratura è fare anche teologia. Anche, non solo. Ma spesso in molti
    componimenti striscia un riferimento al trascendente che non può
    restare anonima "licenza poetica". La cosa secondo me potrebbe meritare
    specifica riflessione in proposito.Se scrivo comunico un'idea del mondo. Creo un mondo, più o meno parodia del reale.

    Più o meno ortodosso, direi. Ma scrivere in qualche modo è figurarsi Dio - essere Dio stesso? - con la postilla che questo Dio non è del tutto immaginato o creato da me, proprio perchè io non mi creo nè m'immagino quando scrivo. Io sono.

    Anzi, per essere eretici fino in fondo, Ego sum qui sum (Es 3.14).

  4. trasciatti on Gio, 11/27/2008 - 07:57

    Bravo Libetico, mi piace questo argomentare. E grazie del "Torquematti": vado subito a prepare qualche fascina resinosa degna del mio nome, con la resina il fuoco si appiccia megli ai piedi dell'eretico e credo anche ai piedi dei Vannini che, se non altro, vedrebbero le loro estremità definitivamente disinfestate dai parassiti che le affliggono e che impediscono loro di ragionare come si deve, giacché il prurito generato dal Tarlo del Piede è notoriamente e sommamente fastidioso. Continua, Libetico, continua...

    don Trasciatti di campagna

  5. Kabala on Gio, 11/27/2008 - 10:51

    Sentiamo anche che ne pensano i Vannini siamesi e Antao che ha dato il la a queste elucubrazioni.

    Al di là della mia opinione, penso che il ragionamento su Dio (dunque teo-logia) sia un cardine dell'umano.La purezza della "disputatio de Deo quoad se" - sempre a mio parere - interessa solo gli inclini ad infrangere il sesto comandamento. A me, e presumo anche chi non ha disprezzato il mio raccontino "il pene degli dei" sulla raccolta dei Sogni di Libeccio (faccio pubblicità, dirett-editore, approva?), interessa la questione "quoad nos".

    Però mi va bene parlare di tutto. Anche dei roghi salva-anima, sui quali sto lavorando un bel po' in questi periodi, anche se la legna è umida.

  6. Antao Sacarolhas (non verificato) on Gio, 11/27/2008 - 17:32

    Ortodossia deriva da Orthos (diritto, poi con derivazione latina passò a significare erto, elevato) e da Doxa, riconducibile all'opinione.
    "Giusta fede", "Giusto credo" e poi "opinione elevata" (forse di sé) in quest'ultimo caso la chiesa con le sue gerarchie ne è l'esempio. Se penso all'ortodossia, penso ad un fenomeno che non muta nel tempo, ma che teme il cambiamento e lo rigetta.
    Credo che la teologia sia una forma di letteratura. Anche la scienza è una forma di letteratura, senza libri sacri per il momento, ma che impone una certa ortodossia. Si potrebbe ricondurre il tutto a sogni, desideri, odî e speranze dell'uomo per una parodia del reale come qualsiasi forma di letteratura che si rispetti. Forse nell'era del relativismo parlare di ortodossia sarebbe anacronistico. Ma in un'epoca in cui si vuol negare che i significati di pensieri e azioni siano relativi a determinate condizioni e a determinati cervelli ci sarà spazio solo per un'imposizione di un ordine prestabilito, un'ortodossia da seguire, pena l'esclusione.
    L'autore potrebbe quindi essere un qualsiasi dio, che crea la storia, nonostante non si possano escludere vicende e pensieri indipendenti dall'autore che influenzino scrittura e narrazione. In tale comportamento vi sarebbe quindi una certa forma di ortodossia, nel senso di opinione elevata su di sé che si andrebbe comunque ad aggiungere ad una certa forma di eterodossia che rappresenterebbe tutte le opere che fin qui sono state pubblicate e che lo saranno in futuro. Quindi, tralasciando il classico concetto di dio, tipico dell'ortodossia cattolica, religiosa e via dicendo, si giunge tranquillamente a negare l'esistenza di quel dio tanto declamato, antropomorfo e distante un'eternità dall'uomo.
    Si potranno quindi introdurre molteplici dei e avvicinarsi alla trascendenza, licenza poetica, ma allo stesso tempo curiosità e immaginazione dell'indeterminato.
    "Io sono il signore dio tuo, non avrai altro dio all'infuori di me." Premessa a quei dieci comandamenti inneggianti all'arrogante ortodossia...
    Come se una mattina Dostoevskij si fosse alzato dicendo: non avrete Scrittore migliore dopo di me!

    Antao Sacarolhas

  7. Antao Sacarolhas (non verificato) on Gio, 11/27/2008 - 17:41

    Dopo quei miei vaneggiamenti, torno alla realtà...
    Qualora vi servisse della carta scarabocchiata per avviare le pire, basta comunicarlo.
    Ma vi avviso: quando la carta brucia, fa molto fumo!

    Nel pacco regalo potrei inserire anche quella vecchia megera che vorrà di nuovo interrogarmi sulle abitudini di quel maledetto Saccharomyces cerevisiae. Unirò, così, l'utile al dilettevole...

    Poi da quanto tempo non si brucia una strega?

    Senhor Sacarolhas

  8. nedovannini on Ven, 11/28/2008 - 07:40

    DIO c'è e non c'è. e NOI ci siamo a giorni alterni.

    vannini & vannini

  9. Kabala on Ven, 11/28/2008 - 09:29

    Probabilmente il Torquematti sarà stato due o tre giorni a stupirsi dall'improvvisa deriva sulle nostre teo-illazioni.

    Per vederla da un altro punto di vista (piuttosto lontano) il profilo stesso del pio don Trasciatti è prova di teodicea: se esiste lui, sicuramente esiste anche Dio.

    Mi dispiace che Antao dimostri una verve venefica nell'approccio all'argomento. Non per la difformità agli altri commenti - la liberalità innanzi tutto! - ma perchè potrebbe derivarne un ostacolo alla fruizione del testo. Sto parlando di una sorta di pre-giudizio valoriale, più che una semplice e doverosa pre-comprensione ermeneutica.

    Anyway: il mio componimento è una glossa, un commento al margine, una reinterpretazione quasi pedante dei cinque maggiori testi della tradizione lliturgica occidentaleapplicata alla santificazione delle ore del giorno.

    L'intento cui mira è un cambio di paradigma. Dalla deduzione del mondo fondata sull'assunto della dottrina dei trascendentali, cerco di rendere il senso del testo liturgico a partire da una induzione materialista. Ovviamente, cercando di forare la cappa dell'immanenza cui sono stati destinati molti tentativi simili.

    Non so se mi sono spiegato. ma penso di aver commentato queste poesiole con un pensiero ancor più cervellotico ed ingarbugliato. La "tesi" che volevo sviluppare in questa ricerca poetica è che,con la giusta dose di meraviglia e disillusione,la materia è via maestra al trascendente.

    E tutto il resto è noia, o al massimo carburante per gli innumerevoli roghi che il Torquematti avrà sicuramente innalzato agli angoli più remoti della terra, ad perpetuam rei memoriam.

  10. nedovannini on Ven, 11/28/2008 - 09:53

    esimio libex,
    io sono un uomo molto rudimentale. o meglio: prerudimentale.
    l'esistenza di DIO conta e non conta. conta l'immanenza certissima del TRATTORE. e qui non faccio distinzioni tra landini e fiat-lux. non faccio nemmeno distinzioni tra trattori e trattrici: nessuno lo conosce il sesso degli angeli e in generale delle entità superne. comunque, la psicanalisi del trattore non è freudiana (cioè sessuale) è teoillogica (cioè preteologica). tutti sanno perfettamente che qualunque "logia" proviene da un'illogia primordiale (e forse predivina). a volte parlo che le vecchie trattrici e gli chiedo se onestamente potrebbero concepire un universo privo di macchine-movimento-terra... loro, come mucche intristite dal troppo ruminare teologico, dondolano debolmente i fumaioli e TACCIONO. ecco libeticus, credo che in questo loro materno tacere si annidi inesplicata l'esistenza del TUTTO (DIO compreso).

    nedo vannini psichiatra

  11. Antao Sacarolhas (non verificato) on Ven, 11/28/2008 - 10:41

    Che abbiamo fatto di male per meritarci entrambi?
    Il don Trasciatti e dio, intendo...

    Spiace che la mia elucubrazione sia stata recepita come venefica. Vero è che l'ho scritta in un momento di stizza, non di certo per i testi che ho letto in questo post. Mi sembrava di essermi poi ammorbidito e partendo dai commenti, sia del post precedente che di quello attuale, ho semplicemente riflettuto a quale forma trascendentale l'uomo possa attingere.
    Credo che l'unica trascendenza possibile, che poi detta l'ortodossia/eterodossia delle cose, anche quelle perpetue, sia appunto la letteratura che è comunque proiezione del pensiero. Che poi ne derivi un ostacolo alla comprensione del testo, mi pare illogico, soprattutto quando si è intenzionati a cambiare il paradigma attraverso un'induzione materialista del tutto (dio compreso). Che poi il resto sia noia o carburante per roghi, lo capisco ancor meno, visto che in questi scambi di opinione il divin comandamento, non commettere atti impuri è stato più volte trasgredito.

  12. nedovannini on Ven, 11/28/2008 - 11:08

    a volte parlo CON le vecchie trattrici

    n.v.

  13. Kabala on Ven, 11/28/2008 - 16:16

    Antao, ci capiamo perfettamente. Ed è chiaro che la trascendenza non è mai ostacolo alla comprensione. La stizza, come la chiami te, quella si. Ma mi pare che ti sia passata. Bene.

    Ho attinto ad un materiale, quello della liturgia, che è una letteratura condivisa per secoli da ogni cercatore - sincero o no - di trascendenza nel credo cristiano.

    Gli ho cambiato purto di partenza. Forse l'ho troncato. Forse, riprendendo le arguzie vanniniane, queste che ho scritto sono preghiere per trattrici.

    Anzi, sicuramente lo sono. Mi ricordo di essermi imbattuto in diverse di loro, non ricirdo il modello,anche qui vicino a casa mia, e mi pare che questi scritti ne ricalchino il ritmo, l'incedere sbofonchioso e accidioso, il passo lento perchè tanto c'è tempo.

  14. trasciatti on Ven, 11/28/2008 - 23:44

    Di tempo ce n'è poco, invece, tempus fugit, fugo fugacis, fagacis faganorum, Fagianorum Progressio...ma dico: in tutto questo altibeccare trascendente, perché fra tutti quanti siete non fate una colletta e vi comprate almeno un libratto? Dareste il buon esempio ai nostri stitici amici che ci seguono, ci spiano dal buchino del web mentre ciarliamo, ma si guardano bene dal gettare un obolo librattico nella ciotola. E pensare che siamo sotto Natale, la bontà avanza a larghe falde color cammello di re magio e con un libratto in mano farebbero un bel figurone quando vanno dalla fidanzata a scartargli i regali sotto l'albero (o sotto l'albatros?). E vi farebbe bene anche voi blasfemacci pretacchiosi teologiferi che mi imbombolate il blog con questo putiferio divinistico. Il che mi fa proprio piacere, devo dire, ma un po' di libratti da portare in famiglia a Natale fareste bene a procurarveli.

     
    don Trasciatti zitello per forza di cose

  15. nedovannini on Sab, 11/29/2008 - 12:01

    e che altro potresti fare? e che potremmo fare io e te?
    siamo fatti di un'altra pasta (frolla)... poi siamo talmente ignoranti! libex e antao sono degli ermeneuti cingolati. io sono un triciclo per la prima infanzia e tu una specie di girello. non abbiamo strumenti e nemmeno bagagli.
    NULLA!

  16. Antao Sacarolhas (non verificato) on Sab, 11/29/2008 - 16:24

    Come è venale questo don direttore!
    Anche veniale, per tornare al tema...

    Lasci perdere gli stitici con quelli non avrà neppure la soddisfazione di mandarli a cagare.
    Prenderò in considerazione la sua proposta, ma prima passerò nella sezione Libratti per sbirciare e poter scegliere, poi si vedrà...

    A presto.

    Antão Sacarolhas

  17. trasciatti on Sab, 11/29/2008 - 22:51

    Questo è un bel proposito, porca miseria! ancora non sei andato a vedere la sezione Libratti che vige ormai da mesi? Ah ne sono addolorante, ma meglio tardi che mai. Io non so se tu, o Antao, sei un simil-portoghese o invece alberghi nei gironi del nord Italia bergameggianti come il nostro Nautilio Cirolla in Baghetta. Ma sappi comunque che presto i Libratti arriveranno anche da te, nei tuoi dintorni. Ma tu anticipali, non farti sorprendere da una vetrina di libreria ammiccante con un libratto che sporge la testa fuori, verso di te. Tu devi averlo già il libratto, così entri dal libraio e gli dici: Ah, io ce l'ho già.

    don Venario Trasciatti

  18. Antao Sacarolhas (non verificato) on Dom, 11/30/2008 - 10:24

    "Não sou nem ateniense nem grego, mas sim um cidadão do mundo"

    Questa citazione mi colse in quei di Lisbona nel tunnel del metrò che conduceva all'università. Ricordo con piacere e "saudade" quel periodo, ma ora è il freddo nord ad accogliere le mie gesta. Ahimè conosco quel tal Nautilio. Proprio ieri sera, prima di salutarlo, ci siamo intrattenuti in una piacevole e accesa conversazione.

    In realtà ho sbirciato la sezione dei libratti, ma non a fondo per poter decidere su un possibile investimento.
    Non appena mi libererò di quel fardello che in questo fine settimana mi opprime - nonostante ieri notte abbia dimostrato brillantemente quanto questo potesse divenir leggero in confronto al resto - avrò la mente libera dalle stupide liste della spesa che mi tocca apprendere a memoria.
    In tal modo, a mente vuota, potrò rivolger domande agli autori, in modo tale da stuzzicare la mia curiosità e indirizzare la mia scelta.

    Detto questo...
    Amen.
    Até logo!

  19. nedovannini on Dom, 11/30/2008 - 19:46

    ..............................

  20. Nautilio (non verificato) on Dom, 11/30/2008 - 19:54

    Il Nautilus è diffuso in mare aperto, dalla superficie ad una profondità di 500 metri, principalmente nell'Oceano Pacifico occidentale e nell'Oceano Indiano (soprattutto dalle Isole Fiji alla Nuova Guinea).

    Il sopracitato

  21. nedovannini on Dom, 11/30/2008 - 22:20

    .........

  22. nedovannini on Lun, 12/01/2008 - 09:51

    ... che nella mia lontanissima infanzia perenne esisteva un'alternativa alla nutella. era più scura e caramellata. ma nessuno se la ricorda. credo che se qualcuno mi aiutasse la mia terribile vita potrebbe cambiare. e io smetterei di curare tutti questi matti.

    dottor nedo vannini medico chirurgo e specialista in malattie dell'alveo subcorticale

  23. Antão Sacarolhas (non verificato) on Mar, 12/02/2008 - 18:55

    Io manco ero nato in quel periodo...
    Faccio pubblica ammenda e me ne pento, ci saremmo tolti di mezzo quello specialista del degenero mentale del Vannini.
    Forse il direttore si ricorda di quella cioccolata, visto che il Vannini l'avrà colto più volte con le mani nel barattolo di marmellata...

    Meglio curare dei matti che essere curati da matti. (Antico proverbio Gnu del Botswana)

    Até logo!
    O Sacarolhas.

  24. nedovannini on Mer, 12/03/2008 - 08:20

    ha un nome che ricorda molto un dolcificante, e anche il cacao. credo che potrebbe occuparsi di cioccolate spalmabili. e non finga di non essere pazzo (lo è!). sa... noi vannini siamo stati tutti psichiatri, di padre in figlio (a parte mio fratello roberto che come sa si occupa di articoli sacri).
    sì, il direttore deve senz'altro ricordarsi qualcosa... io però non l'ho colto nemmeno una volta con le manone nell'orcio della nutella. credo che la furbizia di quel trasciatt'uomo abbia del soprannaturale.

    nedo vannini

  25. Antao Sacarolhas (non verificato) on Mer, 12/03/2008 - 13:43

    Il direttore è furbo come una volpe e scaltro come una faina.
    Mestiere che si tramanda da generazioni il suo, tranne per quell'apostata di suo fratello, quel Roberto, rappresentante di articoli sacri che ultimamente sembra latitante. L'ultima volta che parlai con quel ciarlatano - mi perdoni, se in tal modo mi rivolgo a suo fratello, ma non ci posso far nulla, sarà quel che vende che me lo fa dipingere in siffatta maniera - si parlava forse di Céline, Semmelweis, Proust...

    A presto, il dovere, ahimè, mi chiama!

    Cacao Saccarosio.

  26. trasciatti on Gio, 12/04/2008 - 22:50

    Trasciatt'uomo conferma che esisteva un'alternativa alla nutella, come esistevano prelibatezze alternative quali l'ovomaltina e il toblerone. Purtroppo non mi sovviene il nome di questo surrogato nutelliano, ma prima o poi lo scovo. Colgo l'occasione per portare l'attenzione degli astanti sul fatto che esisteva una raccolta punti allegata, mi pare al toblerone, dove si metteva in palio un essere dalla forma un po' tipo spermatozoo ma grande, di colore rosso, con la faccia ridente, fatto di stoffa o pannolenci o forse addirittura gonfiabile: si chiamava cioccolone, anzi, il Cioccolone.

  27. nedovannini on Sab, 12/06/2008 - 09:09

    non è una scienza esatta ma nemmeno un'opinione erboristica. non saprei dire se è un dato di fatto, o meglio, un principio apodittico. in realtà il direttore non ha un principio né una fine, non ha un'immanenza né una residenza postnatale. è - certamente - un malnato, e, purtroppo, ha una capacità autoriproduttiva incalcolabile. che fare?
    se fossi un ermeneuta come libeticus o un pensatore come cacao saccarinas non avrei dubbi...
    purtroppo sono uno psicoterapeuta di campagna e i mie principii arativi non vanno al di là del vomere freudiano: uno strumento talmente obsoleto da diventare il classico "forcipe della nonna". potrei tagliare la testa al paziente con una conclusione abbastanza discutibile: il trasciatti è nato col forcipe.
    capisco che qui si scivola nella discriminazione razziale, ma insomma, quel cocuzzolo oblungo la dice lunga... è inutile che lui se lo nasconda con un cappellino (dico in quell'orribile silouette)...

    nedo vannini psichiatra delle aree represse

  28. trasciatti on Sab, 12/06/2008 - 17:17

    Vannini non hai cuore, sei scuorato e diffondi scoramento. Ma come puoi pensare che la silouette col cappellino sia anche pur vagamente ispirate alle forme del direttore? E poi, a dirla tutta, qui l'unico con la testa oblunga sei tu. Lo dice anche Adornata che stamani mi ha scritto: non ne può più di alzarsi la mattina presto per andare al mercato a vendere i suoi ricami e suoi uncinetti, alle 5, e trovarti col rotolo della carta igienica in mano, come tu fossi in campeggio, davanti alla porta del bagno perché l'hai trovata chiusa e pensi che ci sia dentro qualcuno. Alle 5 di mattina in casa tua tutti dormono, Vannini, non c'è nessuno in bagno, entra pure.

    Torquematti

  29. nedovannini on Lun, 12/08/2008 - 22:15

    scuorato è molto bello. c'è lo scoramento e lo scuoramento (che è molto più cardiaco). io di fronte al direttore mi sento proprio scuorato. e questo è abbastanza grave per uno psichiatra attendato in un sito così apoplettico.

    nedo

  30. Antao Sacarolhas (non verificato) on Mar, 12/09/2008 - 22:13

    Se le capitasse un individuo del genere quale sarebbe la sua anamnesi psicopompo dei miei stivali?

    Nel frattempo sto conducendo una ricerca sui termini inflazionati, questo, per esempio, non lo è?

    a|nam|nè|si, a|nàm|ne|si
    s.f.inv.
    1 TS med., nell’esame clinico di un malato, la raccolta di notizie relative alle malattie sofferte, alle abitudini di vita, al suo precedente stato di salute e a quello dei suoi familiari
    2 TS filos., nella filosofia platonica, teoria per cui la conoscenza consiste nel ricordo delle idee contemplate dall’anima nell’iperuranio prima di incarnarsi nel corpo
    3 TS lit., la parte della messa che segue la consacrazione, in cui si ricordano la passione, la resurrezione e l’ascensione di Cristo e in cui avviene l’offerta al Padre

    Polirematiche
    anamnesi familiare loc.s.f.inv. TS med., a. che raccoglie informazioni sulle malattie, spec. a carattere ereditario, dei genitori e dei parenti collaterali del paziente.

    Sacarolhas Antao.

    P.s: i miei stivali non sono poi così male, anzi...

  31. Antao Sacarolhas (non verificato) on Mar, 12/09/2008 - 22:26

    Dimenticavo, il paziente.
    Che ne dice?

    [...]Aiutatemi a rifarvi, coglioni,
    non bisogna mai giocare il gioco di un demone,
    non vale la pena.
    Per cancellare una macchia su uno specchio, non temere di
    conficcare un chiodo nello specchio,
    se si è paralizzati a favore dello straccio, la macchia se ne andrà ancor meglio e lo specchio rimarrà lì.

    Il mimetismo della merda,
    ma i demoni non sono nemmeno questo.

    Con contegno e senza il divertimento degli imbecilli che
    non hanno mai visto niente,
    Lucifero è un pachi-derma,
    derma ispessito poi diventato vivo e che per riflesso continua dall'eternità a credersi padre, figlio, spirito santo e anche un po' puttana.

    In ogni caso non continuerò a farmi assassinare una volta
    per notte come mi succede da 10 anni,
    né a servire da oggetto rituale di appagamento per un gregge di felici crapuloni,
    di estasiati dall'abietto
    che hanno ancora saputo fare un fiore col loro sospiro spossato d'uomo, in mezzo alla stanchezza della loro fornicazione

    essere ricoperto da animali
    storiografia dei costumi,
    non ho alcunché da studiare, dato che so tutto per averlo vissuto e aver visto nascere e formarsi in me le coscienze che un giorno pensarono il peccato, tutte le forme del peccato [...]

    Arcibaldo Prestanome*

    * Nome fittizio, preso in prestito per non infrangere il principio deontologico del silenzio o praivasì, come direbbe la vecchina di strada

  32. nedovannini on Mer, 12/10/2008 - 07:57

    di saccarinus e libeticus sia feconda.

    naedus

  33. trasciatti on Mer, 12/10/2008 - 09:32

    Sì, il blog è come un uovo: va fecondato. Però dico, Vannini, ma ha visto quelle sfilze di farmaci che ci sono nei commenti? Guardi se ce n'è qualcuno di suo gradimento, io non so chi ce li mette, ma mi sembra roba di ottima qualità, mi dispiace toglierli, vada a vedere e ne scelga un po' per sé, i suoi pazienti e la sua famiglia (tranne Adornata che non ne ha bisogno essendo santa).

    Trentamatti

  34. nedovannini on Mer, 12/10/2008 - 13:26

    Il farmaco equivalente: che cos'è

    A differenza delle specialità medicinali, il farmaco equivalente non ha un nome di fantasia (il marchio registrato), ma viene commercializzato con il nome comune del principio attivo. Per essere più precisi, ed evitare confusioni tra i possibili sinonimi, per il farmaco equivalente si utilizza la Denominazione Comune Internazionale (DCI), che è una contrazione del nome chimico (di solito troppo lungo) accettata da tutte le nazioni. Sulla confezione dell'equivalente, quindi, compare la DCI (ad es., ceftriaxone), seguita dal nome dell'azienda produttrice.
    I principi attivi utilizzabili per i farmaci equivalenti sono quelli il cui brevetto è scaduto. In Europa la copertura brevettuale dura 20 anni, estendibile di altri 5 anni con l'SPC (Supplementary Protection Certificate) istituito nel 1992. In Italia, invece, fino al 1992 era in vigore il CPC (Certificato di Protezione Complementare) grazie al quale il periodo di monopolio totale poteva raggiungere anche i 18 anni. Questo certificato protettivo complementare rappresenta una delle cause che hanno frenato lo sviluppo dei farmaci generici in Italia.

    Il farmaco equivalente può essere sia da banco (acquistabile liberamente) sia prescrivibile (acquistabile solo con ricetta medica), esattamente come la specialità medicinale da cui deriva.

    Il farmaco equivalente è la "copia" di una specialità medicinale registrata, quindi deve avere lo stesso principio attivo, presente alla medesima dose, la stessa forma farmaceutica, la stessa via di somministrazione e le stesse indicazioni terapeutiche. Per queste caratteristiche si dà per scontato che il farmaco equivalente sia sicuro ed efficace (come già dimostrato dall'azienda che deteneva il brevetto), quindi la procedura per ottenere l'AIC (Autorizzazione all'Immissione in Commercio) è abbreviata e richiede solo le prove di bioequivalenza al farmaco che si intende duplicare.

    n.v.

  35. trasciatti on Gio, 12/11/2008 - 09:59

    Vannini! Tutto questo didascalismo da parte sua è disdicevole e deprimente. Mi cade di almeno sette piani. Si emendi!

    Torquematti

  36. Antao Sacarolhas (non verificato) on Gio, 12/11/2008 - 12:43

    Ho capito, non ci scappo. Entro in queste stanze e mi si cerca di fare il lavaggio del cervello parlando, scrivendo di farmaci. Adesso migro verso altri lidi, le dispense di "Composti organici di interesse farmaceutico" sono già state messe in borsa. Esco sotto la pioggia per riflettere...

    Poi tornerò...
    L'altro giorno ho cercato invano di studiare la cristallografia a raggi X per la determinazione della struttura proteica, ieri mi sono cimentato nello studio dei peptidomimetici, degli pseudopeptidi...

    Mi chiedo se a questo punto non siano tali materie a farmi uscire dai gangheri!

    A presto...

  37. trasciatti on Gio, 12/11/2008 - 16:06

    Il dubbio è legittimo, Sacarao, anche se io non le ho mai studiate ed esco ugualmente dai gangheri.

    sgangheratti

  38. Kabala on Ven, 12/12/2008 - 12:43

    In questi giorni i dubbi mi assalgono. Su tutto, anche sui farmaci generici dal nimesulide all'ibuprofene.

    Non è depressione simpliciter. Aaccidia, piuttosto.

    Ha qualcosa a che vedere con il Lunario del Torquematti?

    Non lo so.Il dubbio s'insinua e mi logora.

    Qui il libeccio soffia. Anche troppo. Da voi cosa soffia?

    Libestia

  39. Antão Sacarolhas (non verificato) on Ven, 12/12/2008 - 14:45

    Effetto entropico: un numero minore di molecole di H2O strutturate sono necessarie ad avvolgere una molecola compatta piuttosto che una molecola estesa; una conformazione più compatta favorisce la solvatazione.

    L'impedimento sterico può creare costrizioni ed imporre particolari conformazioni che possono essere favorevoli o non favorevoli per l'interazione ligando-recettore.
    La sostituzione con gruppo metilico su difenidramina, uno spasmolitico, in posizione para aumenta l'attività del farmaco, in posizione orto ne spegne l'attività...

    Qui tira un vento della madonna!
    E fa un freddo cane.

    Antão Sacarolhas

  40. nedovannini on Ven, 12/12/2008 - 19:59

    a sacarola che cosa pensa dei sartani e in particolare del karvea.

    naedo

  41. Antão Sacarolhas (non verificato) on Lun, 12/15/2008 - 09:17

    Non saprei che pensare, del resto è la prima volta che ne sento parlare.

    "I sartani antagonizzano i recettori dell'angiotensina II ( AT1 ) a livello del sistema renina - angiotensina.
    A differenza degli Ace inibitori , gli antagonisti del recettore AT1 non inibiscono il catabolismo della bradichinina e della sostanza P Ace-mediata."

    Di conseguenza sembra che tali farmaci, rispetto agli altri abbiano minori effetti collaterali...

    In Italia sono in commercio i seguenti sartani :

    * Candesartan ( Blopress , Ratacand )
    * Eprosartan ( Tevetenz )
    * Irbesartan ( Aprovel , Karvea )
    * Losartan ( Lortaan , Losaprex , Neo Lotan )
    * Telmisartan ( Micardis , Pritor )
    * Valsartan ( Tareg , Valpression )

    Sono informazioni che si prendono da internet, i miei studi non so neppure che mi permettono di dire...
    Posso azzardare l'ipotesi che l'esistenza di così tanti sartani "differenti" sia legata a questioni economico-commerciali in principal modo e a questioni biologiche, nel senso di effetto, in secondo piano.

    Un Antao dubbioso sui farmaci in generale

  42. nedovannini on Mar, 12/16/2008 - 21:49

    la differenza tra un ACE inibitore e un sartano è quello che è...

    naedus

  43. trasciatti on Gio, 12/18/2008 - 08:39

    Mi sembra che  Sartana fosse un personaggio del ciclo pseudo-bretone attribuito ad autori come Crebiglione da Vence e Justien de Troye. Non ne sono sicuro però.