Marco Battista: La sfida

Lun, 03/10/2008 - 07:27

Marco Battista: La sfida

 
 
Giaragàt aveva lanciato la sfida a Savoràt e adesso stavano
l’uno di fronte all’altro, ognuno seduto agli estremi di un
lunghissimo tavolo, in piazza, circondati dai loro clan. I clan
vociavano rumorosamente a sostegno del proprio capo, e
lanciavano grida di odio contro tutti gli altri. “Morte a Giaragàt
e ai suoi bastardi” gridavano i savorattiani. “Morte a
Savoràt e ai suoi figli di cani” gridavano i giaragattiani. I due
sfidanti tenevano un contegno altero, austero e sussiegoso, e
non parlavano se non nelle pause di silenzio. Con un gesto
del braccio Giaragàt ottenne il silenzio del suo clan. Lo stesso
fece Savoràt e a quel punto la sfida cominciò. L’oste portò
in tavola due tacchini enormi, e sei fiaschi di vino. Giaragàt
infranse il silenzio con una risata infernale e si avventò voracemente
sul proprio tacchino, mentre il suo clan esplose in
gravi urla di sostegno e di insulti. Savoràt si limitò a lanciare
uno sguardo d’odio a Giaragàt, poi, levando di scatto al cielo
entrambe le braccia, incitò il suo clan all’ira e al fragore. Ai
due tacchini seguirono due lunghissimi rotoli di salcicce, ai
tre fiaschi di vino seguirono tre bottiglie di distillato. Ai due
rotoli di salcicce seguirono due teste di maiale, alle tre bottiglie
di distillato seguirono tre bottiglie di cognac.
Savoràt stramazzò a terra dopo aver trangugiato la seconda
bottiglia di cognac, fra la delusione del suo clan e gli sberleffi
di Giaragàt e dei giaragattiani. Si accartocciò e si contorse,
vomitò, provò a ricominciare, si rialzò come un pugile caduto
al tappeto, si cacciò in bocca un orecchio di porco ma
stramazzò di nuovo a terra, sputando e vomitando, infine
raccolse al corpo le braccia e le ginocchia come in posizione
fetale, attorno allo stomaco sconquassato.
Giaragàt era arrogante e fresco come una rosa. Stringeva
mani, dispensava sorrisi, ruttava in modo stentoreo e straordinario.
Per festeggiare la vittoria brindò a cognac con quelli
del suo clan.
Savoràt il giorno dopo stava già meglio, bianco come un
cencio ma sostanzialmente in forze, considerato tutto. Un coro
festante di uomini e di donne lo informò di buon mattino,
da sotto la sua finestra, che Giaragàt era morto d’infarto durante
la notte.
 
Marco Battista
(in alto: foto Trasciatti)

  1. nedovannini on Dom, 09/14/2008 - 07:16

    Siete brutti!

    Adornata

  2. trasciatti on Lun, 09/15/2008 - 06:49

    Ma come siamo brutti? Adornata, non hai senso estetico. O forse fingi di non averlo. Perché parli così al tuo promesso sposo?

    Renzo Tramagliatti

  3. nedovannini on Lun, 09/15/2008 - 12:03

    Il più brutto però è quello a destra.

    Adornata

  4. nedovannini on Mar, 09/16/2008 - 06:06

    un po' mi comincia a piacicchiare.
    Ha un che...

    Adornata

  5. trasciatti on Mar, 09/16/2008 - 10:00

    Sì, devo ammettere che ho un che...specialmente l'occhio traguarda lontano. Grazie Adornata, vedo che cominci ad assuefarti all'idea di sposarmi. Vedrai sarò un buon marito.

    direttor Adornatti

  6. nedovannini on Mar, 09/16/2008 - 11:53

    è proprio...

    Adornata

  7. trasciatti on Mar, 09/16/2008 - 17:20

    Sì, è molto bello anche quello a destra.

    dir

  8. nedovannini on Mar, 09/16/2008 - 18:55

    fa proprio...

    Adornata

  9. trasciatti on Mer, 09/17/2008 - 08:40

    Lo so, quello a destra fa proprio voglia di saltargli addosso. Però vedi, Adornata, devi contenere i tuoi istinti. Devi preservarli per quando prenderai il velo bianco e ti accompagnerò all'altare, non dissiparti così in fantasticherie sconvenienti su terze persone.

    Tramaglino Trasciatti

  10. nedovannini on Mer, 09/17/2008 - 11:39

    Adornata

  11. trasciatti on Gio, 09/18/2008 - 22:04

    Ho i topi in cucina, Adornata, devo andare a sterminarli.

    Traratti!

     

  12. ghyaia (non verificato) on Sab, 05/08/2010 - 09:56

    E ora ci mancava pure Adornata a rompere li corbelli. Vabbé che io non mi decido a sposare messer Tramatti, ma te che ci incastri? Vattene. Non ti ho mai visto qui sopra. C'ero prima io. Te piglia l'altro. Che io prima o poi ho da decidere. I miei polli, sebbene non corrisposti, devono essere liberi. A mia disposizione.ANche perché non li posso accontentarli tutti, visto che la mia giornata dura circa 12 ore. Il resto ho da dormire. Per non sciupare la pelle delicata. 

    Retroattiva Immacolata Ghiaia