Gli sposi

Lun, 06/23/2008 - 13:50

Gli sposi




Alessandro Trasciatti
Gli sposi

   Non ricordo che ci fossimo scambiati promesse di amore eterno. Non ci furono solenni giuramenti, né programmi di vita in comune. Ma, stringendola al petto, io sapevo di aver compiuto una scelta e ne ero fiero. Guardandola in silenzio o parlando di cose indifferenti, rinnovavo incessantemente il mio spontaneo voto di dedizione, il mio sposalizio unilaterale e segreto. Solo rimanendo nell'ombra, rinunciando ad essere formulato il mio desiderio si sarebbe realizzato. No, lei non avrebbe mai accettato di sposarmi, si sarebbe irrigidita nel timore di perdere la sua libertà così precaria, forse la sua stessa identità. Magari col tempo me lo avrebbe chiesto lei stessa, ma ora era opportuno evitare la questione e lasciare le nostre vite scorrere su binari differenti che, così, s'incontravano sempre più spesso fondendosi spontaneamente in un'unica direzione di marcia. Sì, nella pratica eravamo già, felicemente, marito e moglie, ma l'unico ad aver contratto matrimonio ero io.
   Quella felicità che io credevo inalterabile ben presto andò in frantumi. Accadde ciò che non doveva accadere, lei scoprì il mio segreto e fu la fine della nostra relazione. Non so come riuscì a capire che io, senza il suo consenso, l'avevo sposata e coltivavo nel mio cuore il sogno di un perenne contratto d'amore. Sono propenso a credere che lei non abbia mai sospettato nulla fino al momento di una mia inconsapevole e sciagurata rivelazione. Forse mi tradii parlando nel sonno, o lasciai trapelare qualcosa da un'occhiata troppo intensa. Forse intuì la verità dal muoversi del mio corpo sopra di lei, o forse furono questi e molti altri indizi che, insignificanti se presi un ad uno, andarono intessendo  una fitta rete di rimandi silenziosi e, quando l'ultimo e casuale elemento venne ad aggiungersi, mostrarono un disegno compiuto e perfettamente comprensibile.   Non volle sentire ragioni. Divenni ai suoi occhi un uomo insopportabile, possessivo, asfissiante e giunsi a convincermene io stesso. Mi lasciò dopo due giorni di violenti litigi, durante i quali mi coprì di insulti che io sopportavo inebetito. Ancora adesso continuo a maledire la natura che ci ha fatti così pieni di falle, di crepe che lasciano sfuggire schegge incontrollabili di senso, contro la nostra volontà. Eppure - mi dicono gli amici - se sono stato io stesso a tradirmi, era questo che desideravo.
 
(Tratto da: Alessandro Trasciatti, L'asino blu, Flussi edizioni, 1997. In alto: Mah!, disegno di Simonetta Melani)
 

  1. ghyaia (non verificato) on Sab, 03/06/2010 - 16:18

    Certo ... capisco il disagio dei suoi solitari sogni , autobiografico Direttore... ma poteva pure esserne un po' felice quella donna, di avere cotanta immaginazione al suo fianco. Mica tutti nascono con i piedi nella melma. Una volta ho visto un asino blu: era notte. Per quello era blu. Tutti gli asini di notte diventano blu, che io sappia. Mi piace il disegno di Melani.