Nicola Dal Falco: Congedo notturno

Mer, 01/09/2008 - 16:49

Nicola Dal Falco: Congedo notturno

 
    
Improvviso, il sogno socchiude la tenda, fa spazio e luce dentro:
stavolta non è l'ombra veloce dei pensieri che risomma i ricordi,
ma la cronaca di un saluto che giunge a distanza, per cortocircuito.
 
Un'amico che muore, muore in quell'istante
e, dicendo di sé, chiede udienza.
Nella stessa contrada che unisce in leggera salita la propria casa e la villa del conte, l'incontro tra due vicini, un po' casuale, spremuto con l'aria dei vicoli, mentre i passi prendono una direzione precisa: a sinistra rispetto al monte di Varenna e pur sommandosi con andatura tranquilla non li fanno tecnicamente avanzare, ma li trascinano in su.
Sono scalini, adesso, che risalgono a spirale, sullo sfondo di un palazzo e conducono senza pena alla grande cucina, con  i rami alle pareti: un cielo che indugia all'aurora,  ad un chiarore ancora di stelle.
In mezzo, appaiono due vietnamiti che stanno impastando uova, acqua e farina.
"È tutto a posto, ho sistemato anche le ultime cose.
Ora, sono tranquillo.
"Ho insegnato ai domestici come si prepara la torta bianca e nera.
Non è difficile, ma la ricetta richiede attenzione e un certo
slancio, equilibrio nell'azzardo: amore insomma.
"Va affrontata come una passeggiata, un momento d'ozio attivo,
 facendo circolare le idee.
"L'idea del bianco e del nero, ad esempio, separati in due campi
e racchiusi nel cerchio che lievita".
Il sogno non termina qui e dopo la questione della ricetta, troppo futile per non apparire piena di senso, si chiude con un'esperienza tanto viva da risvegliare la persona che dorme.
 
Il conte si avvicina con le palme delle mani aperte a toccare quelle dell'amica, in una sorta di cresima, d'investitura che sottolinea il passaggio diretto di idee e sentimenti.
Poi anche le fronti si toccano e dal contatto si sprigiona una luce intensa che taglia letteralmente l'aria, scavando un tunnel, lo stesso che l'amica aveva già sperimentato nell'avventura del coma. È questo ricordo a svegliarla del tutto.
Nicola Dal Falco
(in alto, foto di A.Trasciatti: interno della Pieve di S. Giulia, a Caprona, Pisa)