L'importanza delle pulizie...e sei

Ven, 03/07/2008 - 16:15

L'importanza delle pulizie...e sei

 

 

6. Fino a Gorgonzola

Dopo la fermata di Garibaldi il vagone della metropolitana si svuota di passeggeri.
Alfredo si siede sul seggiolino liberatosi accanto alla sorella.
"La Verdelli ci ha rovinato tutto."
Bianca risponde senza staccare gli occhi dalle pagine di Harry Potter e il prigioniero di Azbakan.
"Questo Renato era perfetto. Uno che accetta di presentarsi in frac ai Giardini in pieno giorno! Solo... aspetta, come si chiamava quello che è venuto vestito da Superman in chiesa?"
"Leone Ruperti."
"Solo Leone Ruperti era più infoiato di questo!"
"Dobbiamo riprovarci, non possiamo lasciarcelo sfuggire."
"E cosa gli invento? Va be' che è bello eccitato."
"Mi è venuta un'idea."
Bianca chiude il libro dentro la sua mano. Ha gli stessi occhi grigi di un felino prima della caccia. Già vibrano nella premonizione della preda.
"Tu ce la puoi fare a convincerlo. Inventa un contrattempo, di' che sei stata aggredita. Se fai quella tua vocina tutta dolce vedrai che te lo fai su in un minuto. L'importante adesso è organizzare alla perfezione l'incontro. Dobbiamo trovare un posto dove non c'è nessun altro e soprattutto non possiamo più rischiare di essere bloccati come 'sta mattina dalla Verdelli."
"E l'idea?"
Alfredo adora questi momenti: quando la sorella si aspetta da lui la chiave del mondo. Gli sembra di essere in grado di proteggerla e guidarla per il resto della vita. Ecco perché ritarda la risposta con un sorriso radioso.
"La sala d'arte."
"La sala d'arte a scuola? Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Scusa, non potremmo organizzarlo di pomeriggio. Eviteremmo una quantità di complicazioni."
"No, non c'è gusto. Ogni scherzo deve essere più difficile del precedente. Su questo siamo sempre stati d'accordo."
"Sì, ma la sala d'arte..."
"Geniale, eh? Scusa, ascoltami bene, sabato usciamo tutti alle dodici e dieci. Il portone della scuola viene chiuso subito ma non quello del giardino, quello lo chiudono la sera. Lo so perché la volta che ho dimenticato la cartella con il passaporto dentro sono rientrato in classe di pomeriggio passando dalla porta del giardino e nessuno se ne è accorto. La sala d'arte poi viene usata solo il lunedì e il martedì. Gli altri giorni non ci va mai nessuno. Non rischiamo di essere scoperti e possiamo prepararci con calma. Domani all'intervallo ci andiamo e ti spiego tutto. Se gli diamo appuntamento alle due..."
Bianca è tranquillizzata dalla sicurezza del fratello, sebbene vadano chiariti ancora alcuni particolari: "E dopo che tu scatti la fotografia?".
"Lo sapevo che me l'avresti chiesto. Ma ho una risposta anche per questo. Tu hai presente la sala d'arte? Noi di solito facciamo lezione sempre nella prima parte dell'aula, quella in basso e in ordine col tavolone in mezzo. Se invece sali le scale del piano rialzato e vai in fondo, dove c'è tutto quel casino ammassato, dove ci sono anche i modellini di animali preistorici che Ignazio voleva rubare. Ti ricordi?"
"Ho capito, ho capito benissimo."
"Allora hai presente quel poster di Milano in bianco e nero?"
"Quello con le carrozze in piazza della Scala?"
"Lì dietro c'è una porta."
"Un passaggio segereto?"
"In un certo senso. È un corridoio che sbuca al piano superiore dell'Aula Magna. Credo che un tempo venisse usato normalmente, poi quando hanno rinnovato la scuola ci hanno messo la roba da buttare che non hanno buttato più e hanno smesso di usarlo. Vedessi che casino! Ci trovi di tutto. Vecchi banchi, lavagne, sedie, dei pezzi di giradischi, specchi, c'è anche una macchina da cucire Singer e addirittura dei cimeli del tempo del fascismo."
"Allora dici che noi scappiamo da lì?"
"Sì, poi facciamo il giro dall'Aula Magna e usciamo dal giardino dall'altra parte. Tanto lì ci sono le maniglie antipanico e non c'è problema."
"E se ci segue? Magari questo Renato è un bestione, un violento. Che ne so, se perde la testa o... se viene armato: avanti, dimmi cosa facciamo? Non siamo in mezzo alla gente dove possiamo urlare. Potrebbe essere pericoloso."
"Calmati, Barbara. Renditi conto di quello che stai dicendo. Prima di tutto perché dovrebbe venire armato a un incontro d'amore? E poi non rischiamo niente. Se prepariamo un piano ti garantisco che andrà tutto bene. E poi un po' di rischio, altrimenti che rischio è?"
"Hai appena detto che non rischiamo niente."
"Abbiamo tutto il tempo per scappare. Dobbiamo solo fare un sopralluogo per studiare bene la mia posizione  e soprattutto la tua quando scatto la fotografia. Credimi."
Una signora trascina una valigia verso l'uscita.
"Oddio abbiamo perso la nostra fermata! La prossima è la stazione."
Adesso è Bianca la più pronta: "E se ce ne andassimo fino al capolinea?".
"La mamma ci fucila se non ci vede arrivare."
"Scusa, come fa a fucilarci se non ci siamo?"
"Sì, ma prima o poi torniamo."
"E allora?"
"Allora andiamo a Gorgonzola."
Ridono.
Poi Alfredo: "Cosa facciamo a Gorgonzola?".
"Prendiamo il metrò che torna indietro, no?"
"E già."
Ridono di nuovo.
"Intanto parlami meglio di questo piano."