Gianvittorio Randaccio: Le finestre disegnate della Liguria

 

Una delle cose più tipiche della Liguria è la finestra colorata sui muri delle case. All’inizio bisogna farci un po’ l’occhio, ma quando si prende l’abitudine si riconosce facilmente. Vista da lontano sembra una finestra vera, con le persiane chiuse o appena aperte, però appena ci si avvicina un po’ si scopre la verità e cioè che la finestra in realtà non esiste, è solo pitturata sul muro. Da piccolo per me è stato uno shock scoprire che intere file verticali di finestre erano finte, disegnate benissimo in modo da ingannare i passanti distratti, creando un effetto incredibilmente vicino al vero. Soprattutto non mi spiegavo il motivo di questa finzione e, siccome non volevo fare la figura del cretino, non chiedevo niente a nessuno, facendo mille ragionamenti sconclusionati. Per esempio delle volte pensavo che chi aveva progettato il palazzo si era dimenticato di mettere una fila di finestre e perciò aveva dovuto rimediare con un intervento tardivo, facendo arrabbiare gli inquilini che si trovavano una finestra in meno del previsto; oppure che questo ipotetico costruttore l’aveva fatto apposta per spendere meno – questo però l’ho pensato più tardi, quando sono diventato un po’ più grande e miglior conoscitore del mondo – e guadagnare di più. Nei momenti di più grande confusione pensavo che li dietro c’era qualcuno – ma uno vero, in carne e ossa, non disegnato – che era rimasto ingannato dalla finta finestra ed era rimasto chiuso in una stanza dietro di lei e adesso non poteva più uscire: lui urlava ma nessuno lo poteva sentire perché la finestra, anche se finta, era comunque chiusa e non lasciava filtrare assolutamente niente. Delle volte mi preoccupavo molto: l’unica cosa che mi veniva in mente era di cancellare la finestra chiusa e poi disegnarne una aperta per far uscire chi era rimasto dentro. Ma non sapevo mai a chi chiederlo. E poi ero timido.
Comunque le finestre pitturate mi hanno sempre attirato: mi piaceva guardarle e anche fare dei confronti perché non tutte erano uguali. Alcune erano chiuse, altre semiaperte, da altre ancora spuntava fuori la faccia o il braccio di qualche ipotetico abitante che, però, rimaneva immobile per tutta la vita, essendo anche lui disegnato. E pensavo anche ai fili per stendere la biancheria che però erano veri e non disegnati in prossimità della falsa finestra: anche i vestiti stesi, perciò, erano a loro volta veri, mai pitturati, nemmeno per un momento. A volte, nei vicoli, c’erano delle case che erano una di fronte all’altra con pochissima distanza tra di loro e perciò risultava inutile disegnare delle finestre finte, che tanto non le vedeva praticamente nessuno: potevano vederle solo gli abitanti delle case, che dopo un po’, però, si sarebbero annoiati sicuramente. Perciò erano sì delle finestre finte, ma inutili, anche perché, data l’estrema vicinanza delle case, c’era sempre una grande ombra, che praticamente nascondeva tutto: una volta ho sentito un signore che diceva a sua moglie che era inutile fare anche le finestre vere, che tanto non si vedeva niente lo stesso. Però non mi ricordo cosa gli ha risposto quella che doveva essere la moglie.
In fin dei conti ancora adesso, se ci penso, non mi spiego il motivo di queste finte finestre, non capisco se è tutta una cosa fatta per risparmiare oppure se è una precisa scelta estetica: all’inizio magari è stato un errore, ma poi è piaciuto ed è stato ripetuto, creando una regola non scritta per l’omologazione di tutte le case tipiche della Liguria. Perché poi un altro fatto importante è che queste finestre ci sono solo nelle case più vecchie, in quelle nuove le finestre sono tutte vere e hanno le tapparelle, non le persiane verdi. Quindi dopo un po’ di tempo, quando le case hanno cominciato a essere costruite diversamente, anche le finestre finte sono scomparse, lasciando spazio solo a quelle vere, con sempre meno braccia che spuntano fuori e che fanno credere che ci sia veramente qualcuno là dietro.
Questa cosa mi rende un po’ triste perché alla fine devo dire che le finestre finte mi piacciono ancora tanto e quando ne vedo una mi emoziono un bel po’, tornando ai pensieri un po’ strampalati di quando ero piccolo. Come l’altro giorno che per caso ero in Liguria e ho visto un po’ di finestre dipinte sulle case e subito ho pensato: quelle sono sicuramente case vecchie.

 

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