Marco Battista: Delio

Mer, 05/14/2008 - 06:49

Marco Battista: Delio

 
Il sole precipitò nel mare e il cielo si tinse di tenebra. Le stelle luccicavano a bassa voce e la luna non c'era. C'era il vento, forte e freddo, che sbatteva il mare sugli scogli e fischiava tra le case, strappando rami dagli alberi e sporcizia dai cassonetti rovesciati.
Delio parlava da solo, cercando interlocutori, nella penombra della sua stanza. "Voglio morire" - disse - "Che ci sto a fare al mondo? Non ce la faccio più, merda non ce la faccio più a tirare avanti questa vita!" Nella stanza accanto, sua madre paralizzata, a letto.
Gli alieni lo ascoltarono, e, dopo averne discusso col comandante anziano, decisero, indulgendo alla loro etica compassionevole, di esaudire il desiderio del terrestre.
Dalla loro astronave partì un raggio Zeta che penetrò attraverso i muri, senza ferirli, e tranciò di netto la testa di Delio.
La testa rotolò sul pavimento, per un attimo la sua espressione, come sorpresa, parve dire: "Che avete da piangere, ridete! Sono un pagliaccio, ridete!"
 
(In alto: foto di Maurizio Antonetti)

  1. ghyaia (non verificato) on Mer, 03/03/2010 - 16:53

    Raccontino dal finale lieto. Meno male che gli alieni erano giusto in ascolto e pronti ad esaudire le volontà di Delio. A volte capita anche a me, che gli alieni interrvengano. Non ho mai capito però come siano fatti questi raggi zeta. Forse la loro forma o zeta come Zanzibar, zeta come cosa? E il raccontino non capisco ... chi l'ha scritto? E la foto dove l'ha scattata, Antonetti? Ne parli. Secondo me l'hanno scattata gli alieni anche quella.

    Ghy