L'importanza delle pulizie...e otto

Lun, 03/24/2008 - 22:23

L'importanza delle pulizie...e otto




8. L'assillo
Questa notte nemmeno i clamori delle prostitute al lavoro distraggono l'agitazione del professor Scomazzon.
Da quasi due ore Bianca e Alfredo hanno ceduto al sonno dopo aver ripassato per l'ennesima volta il piano dello scherzo di domattina.
Nella stanza 38 è entrato il secondo cliente della nottata, un dirigente di un'azienda chimica che durante l'atto sessuale vuole essere chiamato Clotilde e insulta la puttana con il nome del cognato, che sventuratamente per lui fa Ermenegildo.
Nella stanza 36 si susseguono uno in fila all'altra dei liceali pugliesi in gita scolastica che si spartiscono l'ora pagata con generoso spirito di squadra. 
La luce del bagno smorzata dalla tendina giallo-verde conficca nello sguardo del professore una premonizione allucinata. L'atmosfera irreale gli ricorda quel film di segnali sinistri e progressive manifestazioni di incubi che era L'inquilino del terzo piano. Del resto l'analogia con il protagonista del film è rafforzata dal confine sottile in cui si approvano - o se ne è posseduti - le inverosimiglianze delle circostanze fino a poco prima soltanto paventate.
È difficile scacciare l'immagine dell'uomo in frac ignaro della vicinanza della morte. L'adrenalina brulicante di una lucidità nuova, prossima alla perfezione. La compresenza che si fa visione della consapevolezza dell'atto e dell'inevitabilità delle conseguenze. Ma poi la rinuncia: il punteruolo rimesso nel vano della botola dell'ascensore. E l'assillo: se l'avesse fatto veramente?
Questi i ricordi, traslucidi di un'altra emozione: sobbalzante nelle parole concitate di Bianca e di Alfredo, involontari precursori di un delitto perfetto.
Ogni cosa trova un posto nella sua mente. Le ultime remore le ha lasciate alle spalle stasera. Ride al pensiero dei nuovi rumori di Loredana imbottita dei sonniferi sciolti nella tisana al finocchio. Si esalta all'idea della prima notte da trascorrere completamente nel suo studio.
Se fosse contrastato da una voce vera e non da quelle che gli si moltiplicano nella testa né da quelle filtrate dalle pareti, forse farebbe ancora in tempo a rendersi conto che tutto è accaduto soltanto nella sua immaginazione. Invece Vittorio Scomazzon ragiona già da assassino.
Gli manca solo l'espediente per trattenere domani dalle dodici e dieci all'una e un quarto Bianca e Alfredo lontani dalla sala d'arte.