Dark0: Uomini e pecore, quinta puntata

Dom, 04/04/2010 - 17:32

Dark0: Uomini e pecore, quinta puntata

5.

D'estate andavo spesso a Marinella, una piccola cittadina di mare sullo Ionio e con il tempo lì si era creata una bella compagnia. Dopo tre o quattro anni praticamente ci conoscevamo tutti. Anche se ogni anno c'era un rinnovo costante, noi, gli storici della piazzetta, rimanevamo sempre lì. Non che ci fosse un gran divertimento nello stare a Marinella, però la piazzetta era il luogo giusto per ritrovarci e poi partire con le macchine lungo la costa, dicevamo, in cerca di avventure.
Se non c'erano tutti, dalla piazzetta non ci si muoveva e non si andava da nessuna parte, però poteva succedere anche che la serata la finissimo lì, in tranquillità, commentando l'arrivo dei nuovi vacanzieri o l'uscita della sera prima o la partita di beach volley del pomeriggio.
Sta di fatto che quel giorno ero abbastanza euforico e al centro della piazzetta stavo tenendo banco raccontando lo storico gol dal calcio d'angolo di due estati prima: la vicenda chiaramente aveva  accentrato ogni attenzione su di me. Insomma, nel bel pieno dell'enfasi narrativa, arriva qualcuno  da dietro che, mettendomi le mani sugli occhi, con voce in falsetto, dice:

Chi sono?

La cosa all'inizio mi diede fastidio poiché ero stato interrotto proprio nel momento del racconto in cui il portiere della mia squadra, capendo le mie intenzioni, gridava dall'altra parte del campo Provaci!; il mio pubblico meritava una degna conclusione. Poi, quest'evento inaspettato si rivelò possedere una valenza emotiva inaspettatamente più forte del gol dalla bandierina e infatti, cieco alla vista e impossibilitato a voltarmi, non mi restava che dare al pubblico ciò che voleva e indovinare chi mi stava facendo questo giochino da ragazzetta stupida. Che ragazzetta stupida o no poi i risolini di approvazione intorno si erano moltiplicati e alcuni, viste le mie manifeste difficoltà, avevano deciso di aiutarmi a loro modo, fornendo indizi generici perché io avessi potuto indovinare. Ormai la storia del calcio d'angolo era stata messa da parte totalmente e io inanellavo nomi su nomi ogni volta convinto di avere dietro questa o quell'altra ragazza, senza indovinare mai. Il pubblico era sempre più curioso ed eccitato. Il profumo delle sue mani, il modo di schiacciarle sugli occhi, la voce che ad ogni suo No diventava sempre più sconsolata: erano questi i pochi parametri a cui potevo fare affidamento.
Era difficile. Non riuscivo davvero a capire.
Ad un tratto sento la presa allentare. Le mani allontanarsi dagli occhi.

Va be' dai...

Mi abituo un attimo alla luce della piazzetta e mi giro verso di lei. Intorno a me percepisco un livello di aspettativa vertiginoso. Si aspettavano abbracci alla Carramba che sorpresa: roba da televisione in prima serata. Osservo bene questa ragazza. La metto a fuoco, la guardo meglio, sgrano gli occhi come un cartone animato.

Ma io non ti conosco, chi cazzo sei?...

E quando dico così la piazzetta esplode in una fragorosa risata collettiva che mette in imbarazzo totale la ragazzetta e fa ridere di gusto anche me. Lei cerca di spiegare nell'ilarità generale di un campeggio estivo di tre estati prima, dove ci saremmo dovuti conoscere o cose così. Naturalmente io non ricordavo assolutamente chi fosse, né tanto meno dove fosse stato questo fantomatico campeggio. Lei, basita e interdetta non sa se ridere o piangere dalla figura di merda. Così, mosso a compassione faccio:

Comunque piacere, Diego.