Marco Battista: Gli ultimi anni del pianeta terra

 
"Guarda la terra, mamma, è pieno d'occhi!" Questo il commento di Emolo alla vista straordinaria del mondo dall'alto dell'ultima collina verde.
Gli occhi cominciarono a diffondersi col diminuire dell'intensità solare. Palmo dopo palmo, decennio dopo decennio, secolo dopo secolo, metro dopo metro ricoprivano ormai quasi tutta la superficie del pianeta. Bellissime creature piene d'amore, vivevano a contatto l'una con l'altra, pacifiche, mute, quasi tristi, le membrane intrecciate come a tenersi per mano, molli, le grandi pupille verdi rivolte verso il cielo rosso tinto dal lento crepuscolo del sole.
Gli occhi aumentavano, gli esseri umani diminuivano. Questa la storia degli ultimi tempi. Non ci fu lotta. I genitori di Emolo erano sereni, sapevano di essere tra gli ultimi e che Emolo sarebbe stato forse l'ultimo uomo mai nato. Ma erano felici.
Emolo si addormentò fra le braccia di sua madre, seduta sull'erba accanto a suo padre, che li abbracciava entrambi e li baciava, mentre miliardi di occhi sulla superficie del pianeta si tenevano per mano sotto il crepuscolo del sole.
 
(In alto: After Hurricane, di Joseph Reboli)

  1. Luigi (non verificato) on Dom, 07/27/2008 - 13:29

    Sei riuscito a parlare di felicità in questo tristissimo pezzo di fine corsa!
    Non sono convinto che l'uomo si possa rassegnare ad aspettare la fine con felicità e soprattutto arrendendosi! Non è nella nostra indole o nel nostro DNA se preferisci.