• trasciatti on Mer, 08/27/2008 - 13:17

    Caro dotto Vannini,

    non capisco molto di questi suoi vaneggiamenti (o vagheggiamenti? non si starà mica corteggiando?). Non capisco soprattutto questa cosa che la poesia lo agita, addirittura lo scandalizza. Io non posso fare altro che spiattellarle qui questi quattro versi del buon Tasso:

    Io canto l'arme e 'l cavalier sovrano,
    che tolse il giogo a la cittá di Cristo.
    Molto co 'l senno e con l'invitta mano
    egli adoprò nel glorïoso acquisto;
    e di morti ingombrò le valli e 'l piano,
    e correr fece il mar di sangue misto.
    Molto nel duro assedio ancor sofferse,
    per cui prima la terra e 'l ciel s'aperse.

    Cioè, sia chiaro: a me Goffredo di Buglione (il pio Buglion, come delle volte lo chiama il Tasso) non è che mi stia tanto simpatico. Però quando leggi due versi così: "e di morti ingombrò le valli e 'l piano/e correr fece il mar di sangue misto", ti viene da pensare che far la guerra sia proprio una bella cosa. E' vero il contrario, ovviamente, però mentre leggi pensi che sia proprio bello ammazzarsi in guerra. Non è cosa da poco questa potenza infilata nelle parole che ti fanno credere il contrario di quello che è. Non mi faccia un commento da pacifista, dottor Vannini, altrimenti vuol dire che non ha capito niente di quello che dico.

    Il dottor Pistelli

     

     

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