• Kabala on Mar, 11/04/2008 - 17:18

    caro Roberto,

    questa critica mi manda in fibrillazione. I toni sono quasi profetici e l'acume è veramente notevole. Sono onorato che ti piacciano i miei raccontini, e mi sento di condividere anche i tuoi appunti di estetica letteraria.

    Non  sono convinto che "fatti i cazzi tua" sia iperletteraria o trita, anche nella remota e demenziale ipotesi di considerare Il Vernacoliere tra le riviste letterarie più classiche.

    Quello che affligge i miei racconti è piuyttosto - entro i confini di questo turpiloquio - la eco "strapaesana", come mi ha detto Sergio Pent, onorandomi di una sua critica benevola ma spietata: il personaggio non dice "tuoi", non affetta il discorso: dice "tua", in volgare, promettendo in un'escamazione ormai incancrenita nel parlato vernacolare e significando però altro.

    "Amai trite parole", parafrasando Saba, perchè sono quelle delle quali è intrisa ogni storia, e che permettono invenzioni letterarie invece inedite. Tra queste trite parole c'è anche, juxta modum, il turpiloquio. Forse però il modo del turpiloquio che profeticamente mi indichi tu, secondo un'estetica dai connotati etici che fa parte anche della mia ricerca stilistica, è la sua assenza simpliciter... ci penserò su.

    Una piccola apologia, dunque: dal "fatti i cazzi tua", in quel racconto, si passa al "nella prossima vita mi chiamerò Nedo", evidenziando una ideale (ma ahimé vana, se non si considera la risoluzione finale della vicenda nell'ultimo racconto) via di fuga alla scialba esistenza senza sogni cui il protagonista si trova a interagire.

    Il limite che evidenzi (permettimi di darti del tu) è nondimeno presente e me ne rammarico. Spero in futuro di poterlo superare, grazie anche alle critiche ricevute ultimamente (quale la tua) che mi aiutano ad accorgermi di questo tarlo pernicioso nelle mie prose.

    Concordo anche sul titolo: evocativo ma vago.In qualche modo evidenzia un "personaggio" comune a tutte le storie, appunto ill vento di libeccio, che è icona di un dinamismo vitale ricercato con violenza ma forse con non troppa convinzione "umana".

    Roberto, vigila sui miei turpiloqui: non mi va che squalifichino il mio lavoro.

    Grazie grazie grazie.

    Sir Libeccio

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