• trasciatti on Dom, 08/01/2010 - 00:13

    Caro Random,

    neanch'io sono un grande fan di gialli, per quanto ne abbia letti e di buoni (e anche proprio di belli), però non è un genere che sento affine, più che altro perché mi perdo facilmente nelle trame complicate, anche al cinema non vado a vedere spesso thriller perché mi viene facilmente il mal di testa e dopo poco non capisco più un cazzo del film. Ma questo non lo imputo ai gialli, quanto a un mio sentire che non è molto giallo. Comunque concordo sul fatto che la produzione media sia straripante di stereotipi ed è quello secondo me il punto debole. Anche il fatto che certi scrittori di gialli abbiano sviluppato un senso di superiorità nei confronti della letteratura non-gialla. Questo succedeva, qualche anno fa, anche con un genere come la fantascienza. Se andavi ad una convention di fantascienza, e ci sono andato perché un po' fantascientifico sono, restavi interdetto di fronte al vero e proprio complesso di superiorità che i fantascientifici avevano sviluppato nei confronti degli altri scrittori. Devo dire che poi il fenomeno si è molto sgonfiato. La fantascienza, per molti anni bistratta e confinata nel sottomondo della letteratura "di genere" (da cui il senso di rivalsa e di superiorità degli scrittori di categoria), si è dispersa nel mondo della letteratura "in genere" perché, finalmente, aveva raggiunto lo scopo e cioè quello di essere riconosciuta come letteratura "tout court" (Bradbury, Ballard). Forse è quello che succederà anche con la letteratura gialla ed è già successo con  maestri indiscussi come, che so, un Simenon, che giustamente è diventato un classico, non solo del genere, ma del novecento e adesso, anzi già da un po' di anni, lo ripubblica Adelphi. Forse è solo questione di aspettare che il tempo faccia la sua razzìa e la sua scrematura, così che i perfetti congegni a orologeria e basta, verranno dimenticati e resteranno quei gialli che effettivamente hanno anche altri motivi di interesse per essere letti oltre alla voglia di "sapere come va a finire" (che poi se un libro è pieno di luoghi comuni questa voglia ti passa presto). Ho amici scrittori di gialli e di fantascienza e, mi pare, che loro stessi siano d'accordo sui problemi che ha generato e genera l'inflazione di un genere. Che poi sia difficile distinguere un giallo da un noir o da un thriller o da un hard boiled, non lo vedo come un peccato. Diceva il mio compianto maestro, Francesco Orlando, che la discussione sui generi letterari non è sterile, ma è un esercizio di comprensione del mondo - in un settore tutto sommato innocuo com'è quello della letteratura - attraverso la razionalità, la quale procede sempre e imprescindibilmente per confronti, cioè attraverso l'individuazione di costanti e di varianti. E, laicamente, la razionalità è l'unico mezzo che abbiamo a disposizione per conoscere il mondo.

    Saluti e braci

    direttor trasciatti

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